Rixi: nei retroporti servono più autoparchi e servizi per gli autotrasportatori
Il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Edoardo Rixi, è intervenuto a margine di un incontro sul potenziamento del traporto ferroviario merci.
Parallelamente al potenziamento del trasporto ferroviario, è necessario trovare nuovi spazi anche per l’autotrasporto che gestisce oggi più del 90% delle merci in entrata e in uscita dal nostro Paese, soprattutto nelle aree retroportuali. L’intento è stato espresso dal viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Edoardo Rixi, a margine dell’incontro sul potenziamento del traporto ferroviario merci nei porti di Genova-Prà-Savona-Vado Ligure.
“Non c’è un obbligo oggi per far sì che i retroporti siano attrezzati, ma stiamo discutendo di creare nuove normative che vadano a inquadrare anche gli investimenti dei privati, perché è evidente che non possiamo andare avanti con autotrasportatori che sostano nelle aree delle autostrade perché non sanno dove mettere i camion. Dobbiamo creare un sistema integrato con una regia nazionale“, ha detto Rixi ricordando anche il problema legato alla carenza di autisti.
Il viceministro ha ribadito che il lavoro dell’autotrasportatore è duro e in Italia anche la retribuzione netta non è particolarmente elevata, in più c’è una forte competizione soprattutto dall’ autotrasporto che viene dall’est europeo. Il problema si va a sommare al deficit infrastrutturale: “Servono autoparchi organizzati e coordinati con servizi che siano attuali e non del 1812, che significa la possibilità per gli autisti di avere bagni, docce, posti di ristorazione e alloggi. E’ un tema che incide anche sugli accessi portuali: se avessimo aree per i tir dove sostare e avvicinarsi in momenti in cui il traffico è meno intenso potremmo gestire la situazione in modo più flessibile ed evitare code”, ha aggiunto Rixi.