Autotrasporto e certificazioni: ecco come sta cambiando l’approccio delle imprese
Intervista a Marco Chesi, Lead Auditor SQS (Associazione Svizzera per Sistemi di Qualità e di Management)
Sostenibilità, salute, sicurezza. Le certificazioni di qualità nel mondo dell’autotrasporto sono molteplici e fino ad oggi venivano richieste dalle imprese soprattutto per distinguersi nel mercato, in particolare in un settore come quello della logistica e dei trasporti che richiede un livello di efficienza e organizzazione sempre più alto.
Ma oggi l’approccio delle imprese sta cambiando grazie al reale contributo che le certificazioni forniscono nel processo di miglioramento degli standard delle attività e dei servizi.
“Le certificazioni inizialmente venivano richieste dalle aziende per poter entrare in determinati mercati oppure perché spronati dai clienti che le imponevano. Oggi sono sempre più le organizzazioni che per motivazioni interne legate all’ottimizzare al meglio i propri processi o per sensibilizzare il proprio personale sul tema, vedono queste certificazioni come degli elementi che possano aumentare la ‘cultura’ su tematiche importanti all’interno del proprio team”, ha spiegato a Trasporti-Italia Marco Chesi – Lead Auditor SQS (Associazione Svizzera per Sistemi di Qualità e di Management).
Quali sono le principali certificazioni di qualità richieste in Italia per il settore autotrasporto?
“Il mondo delle certificazioni propone alle aziende diverse soluzioni per il settore dell’autotrasporto. I filoni principali ad oggi seguono quanto definito dai cirteri ESG (E=Envirommental (Ambiente), S=Social e G=Governance) e dalle tematiche di sostenibilità. La differenza è legata al focus, l’obiettivo che si intende perseguire.
Per il filone legato alla Governance, la classica ISO 9001 è la norma come sempre di riferimento per dimostrare di avere un’ organizzazione che soddisfi al meglio il cliente che si affida all’azienda per servizi di autotrasporto. Ad essa si è affiancata la ISO 27001 che definisce i requisiti per i quali una organizzazione deve rendere sicure le informazioni da essa gestite (pensiamo ai flussi di informazioni che si generano nel rapporto cliente trasportatore) e di come vadano gestiti per evitare di perderli, confonderli, ecc.
Per il filone legato alla Salute e Sicurezza, vi sono due norme, la prima è la ISO 45001 in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro che sprona l’organizzazione a mettere in piedi un sistema di gestione che prevenga i rischi di farsi male da parte dei propri dipendenti. Per il settore dell’autotrasporto, la ISO 39001 è invece la norma che permette di mettere in piedi un sistema di gestione sulla sicurezza del traffico stradale e quindi l’obiettivo in questo caso è dimostrare quanto l’azienda di autotrasporti si impegni nel perseguire l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto del traffico stradale al fine di prevenire incidenti.
Per il filone legato all’Ambiente e quindi sempre in materia di sostenibilità oggi vengono richieste certificazioni come la ISO 50001 che è legata al mondo dell’efficientamento energetico e quindi in questo caso le aziende operano al fine di dimostrare di quanto riescono a ridurre l’impatto dei vettori energetici (carburanti, en.elettrica, ecc) nello svolgimento delle proprie attività. Sempre in ottica ambientale abbiamo la ISO 14001 che è legata alla riduzione dell’impatto sull’ambiente da parte di un’azienda nello svolgimento del proprio lavoro”.
Quanto è importante la certificazione, anche nell’ottica di verificare e ottimizzare le procedure interne all’azienda?
“La certificazione è il momento in cui un soggetto esterno e indipendente certifica, attraverso un audit di terza parte (quindi concetto di terzietà, indipendenza) svolto presso l’azienda, che le regole e le procedure di cui si è dotata una organizzazione rispecchino in tutto i requisiti della norma per la quale l’azienda ha chiesto di essere valutata. Ovviamente questo momento ha rappresentato per le aziende da sempre un momento importante poiché visto come il raggiungimento di un traguardo. Invece durante l’audit noi diciamo sempre che questo è un momento di inizio, è un percorso che l’azienda e l’ente iniziano nel tempo, fatto di interviste, confronti in merito ai requisiti dettati dalla norma e quindi, i miglioramenti e le raccomandazioni anche sulla modifica di alcune procedure debbono essere visti come un momento di crescita e di confronto proattivo“.
In che misura è cresciuta l’attività di certificazione in questi anni e quali sono le prospettive future?
“I numeri parlano da soli, le certificazioni sono divenute un numero molto elevato in Italia e nel mondo. Le prospettive sono tutte sempre in un trend di crescita. Ma è ovviamente il risultato del fatto che la certificazione è vista sul mercato come la dimostrazione di affidabilità, serietà e concretezza di un’azienda. Le prospettive quindi sono più che rosee, fondate sul fatto che il mercato recepisce molto positivamente l’impegno profuso da un organizzazione ha profuso al fine di acquisire una certificazione su uno standard internazionale universalmente riconosciuto”.