Tassa europea sulle emissioni anche per le navi. Assoporti chiede revisione alla Ue
Chieste garanzie per il traffico merci dei porti italiani dalla concorrenza extra europea
La tassa prevista per le navi dalla Direttiva ETS (destinata ad integrare il Fondo di Coesione) dovrebbe essere conteggiata per i paesi UE al 100%, per quelli extra UE al 50% e addirittura a zero per le navi, che pur attraversando il Mediterraneo, non sostano in porti dell’UE. Una previsione che rischia di aggravare la già difficile situazione del settore che sta affrontando l’aumento dei prezzi dovuto all’inflazione.
“Così si rischia un crollo dei traffici, in particolare negli Hub di transhipment, a cominciare da Gioia Tauro, ma non solo. Teniamo presente che, allo stesso tempo, il traffico portuale sta iniziando a subire gli effetti di una contrazione dei consumi dovuta all’inflazione2 ha dichiarato il Presidente di Assoporti,
Rodolfo Giampieri, riferendosi alla Direttiva EU-ETS (European Emission Trading Scheme).
Proprio perché si giunga ad una revisione che renda la normativa più equa Assoporti ha inviato alla Commissione Europea una nota che mira a sospenderne l’applicazione al trasporto marittimo delle merci, in particolare agli Hub europei di contenitori; rendere il costo marittimo presso gli Hub europei (partenza/arrivo) pari a quelli che si registrerebbero per un trasbordo nei porti extra UE; accelerare l’analisi prevista dalla Commissione che riguarda una revisione delle Direttiva prima che i processi di trasferimento delle linee marittime diventino potenzialmente irreversibili.
Assoporti sottolinea che i porti italiani non sono contrari alla riduzione delle emissioni, a cui stanno già lavorando, ma “occorre garantire che tutti giochino la partita sullo stesso piano”.
La direttiva Ets dovrebbe essere recepita entro la fine dell’anno da tutti gli Stati membri dell’Unione Europea.
“Gli effetti derivanti dalle norme in questione in termini di incremento dei costi – scrive ancora Assoporti – rischiano di avere come conseguenza lo spostamento dei traffici verso aree che non sono soggette alla
stessa direttiva, creando, di fatto, una distorsione della concorrenza con un impatto molto
negativo sui porti italiani”.
L’argomento è all’attenzione sia del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che del Governo, per essere poi oggetto di discussione.
“Parlare della portualità significa parlare di economia reale, cioè di persone, di imprese, di occupazione, di investimenti, di attrezzature e così via, ” ha sottolineato Giampieri, “e dobbiamo preservare il valore economico e sociale che tutto questo significa, intervenendo su quelle norme che possono danneggiare questo ecosistema con regole non uguali per tutti”