Incidente pullman a Mestre: il guardrail era a norma?
Disposti controlli sul cedimento della barriera di sicurezza lungo il cavalcavia
Le ventuno vittime dell’incidente di Mestre richiamano le 40 di quello accaduto a Monteforte irpino nel 2013. In un caso e nell’altro il guardrail, che avrebbe dovuto impedire agli autobus di precipitare o comunque di finire fuori strada o carreggiata, non ha retto. Un problema di vetustà, di mancati controlli, di inadeguatezza alle attuali norme di sicurezza o al peso dei nuovi mezzi in circolazione?
A stabilirlo saranno le perizie tecniche già disposte dalla Procura di Venezia. Le prime indagini hanno accertato che sull’asfalto non vi erano segni di frenata, ma che il pullman procedeva a bassa velocità e avrebbe prima accostato e poi, inspiegabilmente, impattato contro il guardrail appunto, che ha ceduto. Di qui il volo di oltre 10 metri e l’impatto al suolo con un principio d’incendio dovuto, forse, alle batterie del mezzo elettrico.
Ma quali caratteristiche devono avere i guardrail?
Oltre al compito di impedire che il mezzo finisca al di là della propria corsia di marcia, i guardrail hanno anche il compito di assorbire parte dell’energia degli stessi veicoli limitando le conseguenze dell’impatto. Materiali e modelli differiscono leggermente. Le barriere di sicurezza stradale possono essere realizzate in acciaio, calcestruzzo, o legno con anima di acciaio. I modelli generalmente sono il tradizionale nastro a doppia onda o quello a tripla onda dotato di un pannello per assorbire il rumore e il tasso di inquinamento acustico a protezione delle abitazioni circostanti. In tal caso hanno quindi una ulteriore funzione.
L’Indice di Severità dell’Accelerazione (ASI)
L’Asi misura la severità dell’urto sui passeggeri.
Quattro le classi. La N (normale) normale) per le aree di traffico lento o moderato; H (alta) per le barriere ad alta capacità di contenimento che possono sopportare l’impatto di veicoli pesanti come autobus o camion; A (molto alta) per le aree ad alto rischio, spesso utilizzate in ponti, gallerie e autostrade con traffico pesante: Z (bassa) per le aree dove il traffico è molto lento e il rischio di impatto è molto basso. All’interno della classe H vi sono poi ben 4 gradi, a seconda della resistenza e alla capacità di assorbimento dell’urto e del peso. Quella più resistente è ovviamente l’H4.
I test di omologazione
Prima di essere installati i guardrail devono quindi rispettare specifici standard di produzione e superare una valutazione di conformità con prove di laboratorio e crash test per verificare la capacità di contenimento, il corretto rinvio del veicolo sulla carreggiata dopo l’urto e la minimizzazione dei rischi per gli occupanti.
L’ultimo intervento normativo sul tema è il regolamento europeo del 2011 che armonizza i parametri da rispettare su resistenza e durata, oltre alla compatibilità ambientale e ai pregi estetici.