Autobus Euro 2, divieto di circolazione dal 1° gennaio 2024: ANAV e ASSTRA chiedono una deroga
Le associazioni chiedono interventi urgenti al Governo e alle Regioni per evitare la brusca riduzione dei servizi di trasporto pubblico
In Italia, oltre 1.500 autobus a gasolio o benzina, classificati come Euro 2 per le loro caratteristiche antinquinamento, sono attualmente al centro di una svolta normativa che imporrà loro un divieto di circolazione a partire dal 1° gennaio 2024.
Il divieto potrebbe portare a significative riduzioni nei servizi di trasporto pubblico locale, con un impatto stimato di circa 70 milioni di chilometri all’anno, corrispondente al 4,5% dell’offerta complessiva annua di trasporto pubblico, con alcune Regioni che potrebbero subire riduzioni fino al 10% a causa della percentuale più alta di autobus Euro 2 in circolazione. L’allarme è stato lanciato dalle associazioni di settore ANAV e ASSTRA.
La carenza globale delle materie prime, ritardi nella filiera produttiva e la necessità di aggiornare le gare sono stati indicati come ostacoli. Le associazioni chiedono interventi urgenti al Governo e alle Regioni per evitare la brusca riduzione dei servizi di trasporto pubblico.
ANAV e ASSTRA chiedono una deroga simile a quella introdotta con il D.L. 132/2023 – Proroghe fiscali, che ha permesso la circolazione degli autobus di classe Euro 3 identificati dalle Regioni come essenziali.
La completa sostituzione dei bus di TPL di classe Euro 2 è prevista entro la fine del 2024, e le associazioni sottolineano l’importanza di evitare ripercussioni sui cittadini durante il processo di transizione energetica.
L’appello delle associazioni
Nicola Biscotti, Presidente ANAV, ha spiegato che l’impronta ambientale del trasporto pubblico locale con autobus è “sostanzialmente irrilevante” essendo responsabile di solo lo 0,5% delle emissioni totali di CO2 mentre la realizzazione dell’obiettivo previsto dal PNRR di trasferimento del 10% della mobilità privata motorizzata alla mobilità collettiva comporterebbe una riduzione del’1,7% del totale delle emissioni climalteranti.
“Fermo restando la necessità di procedere secondo i tempi previsti nel programma di rinnovamento del parco autobus, anche per garantire un adeguamento miglioramento della qualità del servizio, non si comprendono quindi le ragioni ambientali di tale divieto di circolazione per gli autobus adibiti al TPL tenuto anche conto dell’ancora elevatissima diffusione di autovetture e veicoli commerciali di classe euro 2 ancora circolanti, non inferiore a qualche milione di unità”, ha dichiarato Biscotti.
“Sono in corso straordinari investimenti a carattere europeo e nazionale per rinnovare il parco autobus delle aziende di trasporto pubblico con mezzi a zero emissioni, pari ad oltre 8 miliardi di euro fino al 2033, a cui si aggiungono risorse in autofinanziamento nelle diverse realtà territoriali”, ha dichiarato Andrea Gibelli, Presidente di ASSTRA.