Auto ibride plug-in sotto inchiesta: le emissioni dichiarate non sono reali?
Parte l’inchiesta sulle auto ibride plug-in. Secondo una serie di studi internazionali, i consumi e le emissioni reali di CO2, non sarebbero in linea con quanto omologato dalle case automobilistiche.
Si tratta non di ipotesi ma di reali dati ricavati da organizzazioni ambientaliste. A confermare l’enorme discrepanza tra i consumi reali e quelli dichiarati delle auto ibride plug-in, arriva anche un primo campione. Sono state analizzate circa 600 mila auto.
Secondo la Commissione Europea, i consumi e le emissioni di CO2 di una PHEV, in condizioni di normale utilizzo, sarebbero superiori di circa il 20% rispetto a quelli dichiarati in sede di omologazione (ciclo WLTP).
A “stupire” c’è anche un altro dato.
Gli acquirenti di auto ibride plug-in, non sfrutterebbero la presenza dell’unità elettrica, dimenticandosi di ricaricare le batterie ed effettuando così spostamenti, utilizzando il solo motore endotermico.
Un “comportamento” che, visto anche il peso rilevante delle PHEV, causerebbe, emissioni di anidride carbonica, in media superiori del 3,5% rispetto a quanto rilevato nei laboratori.
La presenza dell’unità elettrica, del pacco batteria e dell’elettronica di bordo che deve coadiuvare il funzionamento di:
- due motori completamente differenti, elettrico e termico
- un’auto ibrida plug-in sia mediamente più pesante, rispetto ad un analogo modello a combustione interna, per classe, potenza e posizionamento di mercato, di circa 300 / 400 kg.
Non sfruttando il potenziale dell’unità elettrica, le PHEV consumano di più perché pesano anche di più!
La Commissione Europea avverte le Case automobilistiche: vanno dichiarati i consumi reali delle auto ibride plug-in
Sono stati analizzati i dati provenienti dai sistemi presenti a bordo delle auto di nuova generazione, tramite connettività e/o servizi di assistenza e manutenzione.
È emerso che il divario tra in consumi omologati e quelli reali è maggiore sulle vetture con alimentazione benzina, circa il 23% rispetto a quelle diesel (18,1%).
Ogni 100 chilometri, questa discrepanza porterebbe a un “aumento” dei consumi di carburante, mediamente, tra il litro e il litro e mezzo per 100 km.
Anche le emissioni di CO2 sarebbero “falsate” (28 – 35 grammi per 100 km).
Un gap che è comprensibile, afferma la Commissione Europea, ma che va tenuto sotto controllo.
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Nel ciclo di omologazione WLTP, sono tanti i parametri reali che non possono essere valutati nei test in laboratorio.
Dalle condizioni del traffico, alla temperatura ambientale, fino all’utilizzo dei sistemi di bordo, in primis, l’impianto di aria condizionata.
A partire dal 2025, verranno introdotti nuovi parametri in sede di omologazione dei consumi ed emissioni delle auto PHEV, in modo da replicare, quanto il più possibile, ciò che avviene nel normale utilizzo di un’auto.
Il ciclo WLTP, prevede una serie di parametri che nell’utilizzo quotidiano di un’auto, non corrispondono alla realtà.
Difficilmente si viaggia a velocità costante.
In città soprattutto, le accelerazioni e decelerazioni sono frequenti, il climatizzatore viene utilizzato anche in inverno, oltre che in estate, difficilmente è completamente spento.