Mercato rimorchi e semirimorchi: a marzo crollo del 35,3%
Il primo trimestre registra 3.292 immatricolazioni contro le 4.364 dell’anno precedente (-24,6%). La perdita è di 1.072 veicoli
Si conferma il trend negativo del mercato rimorchi e semirimorchi già segnalato a febbraio 2024. L’Unrae comunica che a marzo il calo è di nuovo a doppia cifra.
La stima del mercato dei veicoli rimorchiati con massa totale a terra superiore alle 3,5 t per il mese di marzo 2024 verso lo stesso mese del 2023 mostra un calo del 35,3%.
Le unità immatricolate sono 1.104 verso 1.706 dello stesso mese dello scorso anno.
Il primo trimestre del mercato rimorchi e semirimorchi
Il dato aggregato del primo trimestre restituisce un volume di immatricolazioni pari a 3.292 unità rispetto alle 4.364 dello stesso periodo dell’anno precedente (-24,6%), evidenziando una perdita di 1.072 veicoli.
Nei primi tre mesi del 2024 il mercato ha raggiunto livelli di gran lunga inferiori anche rispetto al 2019, con una flessione del 27,9% rispetto alle immatricolazioni di allora, pari a 4.567.
Michele Mastagni, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAE, ha spiegato che le previsioni mostrano che la domanda di nuovi veicoli trainati continuerà a contrarsi almeno per il primo semestre del 2024.
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“Interventi strutturali per una pianificazione pluriennale”
I fondi stanziati dal MIT nel 2023 per gli incentivi all’acquisto di nuovi rimorchi sono terminati in pochissimi minuti in occasione del click day di marzo, segno che le aziende hanno interesse nel rinnovare i propri mezzi, segnala Mastagni.
Unrae però ribadisce la richiesta di interventi strutturali che consentano agli operatori una pianificazione pluriennale degli investimenti.
Secondo l’associazione, la crescente anzianità del parco circolante è diventata una questione non più trascurabile poiché minaccia la sicurezza dei cittadini. “Mantenere in circolazione veicoli trainati immatricolati oltre 17 anni fa rappresenta un pericolo costante sulle strade. Stimiamo che, ai ritmi attuali di sostituzione, le imprese italiane di trasporto merci impiegherebbero 29 anni per rinnovare completamente le proprie flotte”, spiega Mastagni.
“Infine, ribadiamo ancora una volta l’urgenza di adeguare, nel corso dell’esame al Senato sul DDL Sicurezza stradale, l’art. 61 del Codice della Strada, in modo da consentire anche nel nostro Paese la circolazione di complessi veicolari lunghi 18,75 metri. Tale misura garantirebbe inferiori emissioni di CO2, ridotti livelli di congestione stradale, minore impatto sulle infrastrutture viarie e allo stesso tempo maggiore produttività e competitività all’autotrasporto”, conclude Mastagni.