Nautica: nuove professioni ed opportunità nel diportismo
Previsti nuovi ruoli introdotti da percorsi di formazione
Il settore della nautica ed il diportismo si aprono ad importanti novità dopo la recente riforma dei titoli professionali del diporto. Il decreto del 13 dicembre 2023, n.227, delinea infatti i profili professionali per il personale di imbarcazioni e navi da diporto impiegate in attività di noleggio e sulle navi destinate esclusivamente al noleggio per finalità turistiche.
Diporto e diportismo: i tre nuovi ruoli per la nautica
I ruoli previsti sono quelli di Ufficiale di navigazione (del diporto), Ufficiale di macchina (del diporto), Ufficiale di navigazione (del diporto di II^ classe) introdotti da un innovativo percorso di professionalizzazione: L‘ obiettivo è garantire maggiore competitività al comparto, rispondendo alle esigenze del crescente mercato legato alle unità da diporto minori, ambito nel quale molte società di noleggio si vedono costrette a rinunciare al servizio con equipaggio a causa della carenza di personale qualificato.
Nautica, diporto e diportismo in un convegno
In attesa della pubblicazione dei decreti attuativi il Propeller Cub di Salerno, in collaborazione con Coluccio Shipping & Forwarding Agency e Gam Editori, ha promosso un convegno :“Nuove professioni nel diportismo: sfide e opportunità per il settore nautico” presso la Stazione Marittima del porto di Salerno per discutere vari aspetti d’interesse legati al nuovo quadro regolatorio.
Dalla discussione è emerso, innanzitutto, la sfida posta dalla normativa al mondo della formazione. Quest’ultimo dovrà adeguarsi e rispondere operativamente alle esigenze innovative inquadrate dalla riforma nel campo del diportismo.
La formazione elemento importante per l’economia del mare
Antonio Bufalari, segretario generale di Assonautica dichiara: «Sviluppo dell’economia del mare e formazione professionale non possono prescindere l’uno dall’altra. Il nuovo decreto introduce importanti misure di semplificazione che vanno coniugate con un maggior supporto al sistema degli ITS».
Continua Bufalari: “Per essere nazione di mare servono investimenti per favorire lo sviluppo delle professioni del diporto, a cominciare dall’analisi dei fabbisogni del settore, con presupposti normativi in grado di individuare i ruoli operativi anche a terra».
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Inclusione femminile nel diportismo
Daniela Novi, Dirigente dell’ITS Nautico Giovanni XXIII di Salerno, ha illustrato le novità, anche a livello didattico, che saranno introdotte nella prossima programmazione. «La richiesta di figure legate al diporto è incessante e coinvolge in modo crescente anche il mondo femminile. Per primi in Italia introdurremo percorsi di competenze nautiche utili, sfruttando la possibilità di organizzare attività opzionali per specializzazioni ulteriori previste dalla riforma Gelmini. Attiveremo un corso di 15 ore continuative per esercitazioni barche a vela e catamarani, con traversata anche in notturna».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche IMAT, il maggior Centro di addestramento marittimi nazionale. Il responsabile dell’area didattica da diporto dell’Academy, Antonino D’Alesio reputa la normativa come «un inizio per regolamentare figure professionale che, ad oggi, sono riconosciute ufficialmente solo in Inghilterra. Ora c’è la possibilità di introdurre percorsi del genere anche in Italia”.
Le ricadute economiche per nautica e diportismo
Per centrare un obiettivo che potrebbe avere ricadute economiche notevoli – si stima infatti la creazione di fino a 3.000 nuovi posti di lavoro – bisognerà affrontare le contraddizioni emerse dal testo normativo. Sono state espresse non poche perplessità, in particolare sulla possibilità di riconoscere un titolo abilitante senza l’espressa necessità di esperienze pregresse nel settore.
A spiegare nel merito la contraddizione il Contrammiraglio Maurizio Trogu, Delegato Regione Campania Basilicata LNI: «Oggi per condurre navi da diporto oltre i 24 metri è necessario possedere la patente nautica da almeno tre anni. Per come è scritto il decreto, invece, c’è la possibilità di conseguire lo stesso titolo abilitante, a parità di requisiti, a soli diciotto anni. Una contraddizione che non ha senso, cui si aggiunge un altro fattore critico. Essendo le nuove figure escluse dal perimetro della STCW esse potranno operare solo in Italia. Un controsenso anche sotto l’aspetto delle possibilità occupazionali».
Formazione e sicurezza binomio importante
Perplessità condivise anche da Salvatore Gambardella, Presidente di AIATP che sottolinea il nesso tra formazione e sicurezza. «La sicurezza dei passeggeri a bordo è il primo requisito delle attività da diporto. Non si può pensare di affidare la conduzione di un’unità da diporto a un diciottenne senza nessuna esperienza operativa». Un rischio che potrebbe moltiplicarsi in considerazione del fenomeno fuori controllo del noleggio occasionale che si è trasformato ormai in un’attività commerciale parallela che contribuisce ad abbassare i livelli di sicurezza complessiva nei tratti di mare più trafficati a livello turistico”.