Ritorna il dirigibile, simbolo di un’epoca
L’era dei dirigibili come mezzo di trasporto si era chiusa prima del tempo il 5 maggio 1937, quando l’aeronave tedesca Hindenburg esplose non appena ancorata al pilone di Lakehurst, nel New Jersey, dopo aver terminato il suo viaggio inaugurale. Un rogo di dimensioni colossali arse vive 35 persone. Da allora, di dirigibili non se ne parlò più, specie in termini di servizio commerciale.
Oggi il dirigibile rivive e l’esempio ci viene proprio dagli Stati Uniti. Si chiama Bullet 580 (foto George Schellenger), è lungo circa 72 metri e può raggiungere una velocità massima di 130 km/h trasportando fino a una tonnellata di carico a 6 mila metri di altezza.
Il dirigibile del futuro non ha più la classica forma a sigaro; sembra piuttosto un proiettile (in inglese ‘bullet’, appunto), ed è stato costruito dalla E-Green Technology con mezzi d’avanguardia. La vecchia ossatura in acciaio degli Zeppelin ha lasciato il posto a un pallone morbido realizzato in tessuto di kevlar (lo stesso materiale usato per il ‘muso’ degli elettrotreni) dello spessore di 1,5 millimetri.
Gonfiato con elio, leggerissimo e più resistente dell’acciaio, il Bullet 580 può decollare e atterrare in verticale e può essere manovrato a mano o telecomandato da terra. Al movimento provvedono due motori verdi alimentati con un biocarburante ottenuto dalle fermentazione di alghe.
Il Bullet 850 sarà destinato sia ad impieghi militari che ad usi civili: la sua prima missione, programmata per la fine del 2010, è il monitoraggio dei livelli di inquinamento dei terreni agricoli del Vermont (Usa) e sarà condotta in collaborazione tra la Nasa e la Old Dominion University di Norfolk. Potrà essere utilizzato anche come ponte radio per le comunicazioni tra la terra e lo spazio, svolgerà compiti di sorveglianza elettronica, di difesa aerea e di potenziamento dei sistemi Gps.
Costa circa 6 milioni di euro, ma lo si può affittare per 300 mila euro al mese. Vincenzo Foti