Autovelox illegali, risarcimento multe in 10 Regioni
Ecco quali sono le regioni interessate e come avviene il risarcimento
Scatta il risarcimento multe in 10 Regioni dopo il sequestro degli autovelox illegali, in quali regioni e come avviene il risarcimento.
Autovelox illegali sequestrati in tutta Italia su disposizione del Gip del Tribunale di Cosenza. Si tratterebbe secondo la Procura di Cosenza di apparecchi T-Exspeed v 2.0, non omologati e carenti dei requisiti necessari per garantire la validità delle sanzioni emesse.
A seguito dell’indagine di irregolarità degli autovelox la Polizia stradale ha sequestrato autovelox illegali in diverse regioni italiane. Gli autovelox illegali erano distribuiti su tutto il territorio italiano, con almeno 10 regioni coinvolte.
Il provvedimento di sequestro degli autovelox illegali in tutte le zone d’Italia in cui sono attivi è stato emesso dal gip nell’ambito di un’attività d’indagine delegata dalla Procura di Cosenza e a seguito delle risultanze degli accertamenti sulla «non legittimità del sistema di rilevamento delle violazioni della velocità effettuate con la strumentazione denominata T-EXSPEED v 2.0 con postazioni fisse per il rilevamento della velocità sia media che puntuale, dislocate lungo la statale 107 e la provinciale 234 del territorio della provincia di Cosenza e la statale 106».
Regioni con autovelox illegali:
Sono dieci le regioni con gli autovelox illegali:
- Liguria,
- Lombardia,
- Emilia-Romagna,
- Veneto,
- Piemonte,
- Basilicata,
- Molise,
- Puglia,
- Calabria,
- Sicilia.
In particolare, oltre a Cosenza, i sequestri riguardano le città di Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Formigine, Arcola, Carlentini e San Martino in Pensiliis.
Risarcimento multe autovelox illegali
Iter dopo la raffica di sequestri in tutta Italia disposti dal Gip del Tribunale di Cosenza relativamente agli apparecchi T-Exspeed v 2.0, non omologati e carenti dei requisiti necessari per garantire la validità delle sanzioni emesse.
Le multe ricevute dagli autovelox illegali e non a norma possono essere contestate, purché la sanzione non sia già pagata dagli automobilisti.
La legge stabilisce criteri e tempi precisi per impugnare le sanzioni: dalla data di contestazione o notifica della violazione, 60 giorni davanti al Prefetto, ricorso gratuito ma che determina il pagamento del doppio della sanzione qualora l’istanza venga respinta, o 30 giorni dinanzi al giudice di pace, ma pagando il contributo unificato. Per le multe già pagate o quelle per cui siano scaduti i termini, non è possibile proporre ricorso .
Nel caso in cui sia ancora possibile contestare la sanzione, per avere certezze circa l’omologazione del dispositivo autovelox che ha accertato la violazione, occorre presentare istanza d’accesso presso il comune dove è installato l’apparecchio e, una volta ottenuti gli atti, analizzare le specifiche tecniche sull’autovelox.
Prototipo differente da quello in uso
La Polizia Stradale di Cosenza, ha dichiarato che il prototipo di autovelox depositato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non corrisponde alla versione modificata fornita ai Comuni. Questo scostamento ha portato al sequestro degli T-Exspeed v.2.0, che sono ora scollegati. Il provvedimento è notificato sia alla società fornitrice sia ai comuni che utilizzano questi dispositivi.
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