Autotrasporto: Tarlazzi (Uiltrasporti), intervenire sul cabotaggio
Anche la Uiltrasporti lancia l’allarme per le normative del cabotaggio e delle somministrazioni transazionali nel settore dell’autotrasporto. “Serve con urgenza un intervento del prossimo Governo – afferma in una nota, il segretario generale Uiltrasporti Claudio Tarlazzi – ma anche un’assunzione di responsabilità di tutta la Politica, affinché con urgenza si intervenga per individuare, sul piano della normativa europea ma ancor prima sul piano nazionale, gli interventi necessari per riallineare una competizione con i Paesi neocomunitari, pena la perdita totale di un altro pezzo importante dell’Economia di questo Paese. E’ fin troppo facile, infatti, sostituire i lavoratori italiani, utilizzando lavoratori, per lo più romeni e polacchi somministrati dalle Agenzie dei loro Paesi, il cui costo è inferiore al lavoratore italiano, poiché inferiori sono i loro costi sia sul piano fiscale, sia sul piano previdenziale determinando un dumping sociale all’interno dell’unione europea. Così come è altrettanto evidente quanto sia pericoloso, e già in parte praticato, delocalizzare aziende italiane di trasporto in tali Paesi e continuare tramite il cabotaggio a lavorare in Italia, con enormi vantaggi sul piano dei costi. Applicando in modo rigoroso le norme già esistenti in ambito europeo e nazionale, dunque, il lavoratore distaccato o somministrato in Italia deve ricevere un trattamento economico e normativo non inferiore a quello dei dipendenti dell’impresa che utilizza le sue prestazioni in Italia, a parità ovviamente di livello e mansioni. Serve intervenire con urgenza – conclude il segretario generale UILT – considerando anche l’opportunità, mutuando quanto già avviene nel settore marittimo, di introdurre una normativa che fiscalizzi alcuni costi a carico delle imprese per ridurre il ‘gap’ competitivo con i Paesi dell’est – Europa e per eliminare tali distorsioni nella concorrenza che rischiano di svuotare il settore dell’autotrasporto tanto per quanto riguarda l’impresa tanto per i lavoratori italiani”.
“Buona l’apertura di Tarlazzi sull’emergenza del cabotaggio nell’autotrasporto che, attraverso le delocalizzazioni e i distacchi transnazionali, ha innescato, tra le imprese italiane e quelle del nord-est Europa, una vera e propria concorrenza selvaggia e fenomeni di dumping sociale”, ha commentato Cinzia Franchini presidente nazionale della CNA Fita. Franchini ha però poi aggiunto che, rispetto alla proposta avanzata dalla Cna Fita di attivare la clausola di salvaguardia per bloccare il cabotaggio estero per sei mesi più sei, come previsto dal regolamento CE 1072/2009 e dal protocollo artigiano sottoscritto con il rinnovo del Ccnl lo scorso 17 dicembre, “a tutt’oggi manca ancora una precisa indicazione da parte della UIL Trasporti che, vista la posizione assunta da Tarlazzi, Cna Fita si augura possa essere tempestiva e positiva. Hanno già informalmente dato la loro adesione Filt-CGIL e Fit-CISL”.
“Condividiamo la richiesta della Cna Fita per un intervento del Governo che verrà, per sospendere temporaneamente le attività di cabotaggio nel nostro Paese, attivando la clausola di salvaguardia”, ha comunicato infatti la segretaria nazionale della Filt Cgil Giulia Guida in merito all’invito ad unirsi alla richiesta al nuovo esecutivo. “Da tempo come organizzazioni sindacali – aggiunge Guida – siamo impegnate a livello internazionale attraverso l’ETF, la Federazione europea dei sindacati dei trasporti, a denunciare e contrastare l’abuso della disciplina europea del cabotaggio. L’appello della Cna Fita dovrebbe essere condiviso, oltrechè dal sindacato, anche da tutte le associazioni di rappresentanza dell’autotrasporto, non solo quelle artigiane”.