Blue economy: Rapporto Unioncamere, crescono imprese e occupazione
L’economia del mare ha dato segni importanti di tenuta, sia sotto il profilo occupazionale sia sotto quello imprenditoriale. Sul fronte del lavoro ha fatto segnare un incremento con un notevole impulso derivante dalle attività di ricerca e tutela ambientale assieme alla componente turistica. Sul fronte delle imprese, il tessuto imprenditoriale è aumentato del 2%. Un dinamismo che si traduce in un apporto del mare al valore aggiunto prodotto dal Paese pari a 120 mld se si considera anche l’indotto.
Lo spiega il 3° Rapporto Unioncamere sull’Economia del Mare
“L’economia del mare – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – è una risorsa che genera ricchezza, occupazione e innovazione secondo un modello collaborativo e sostenibile. Il mare unisce settori e tradizioni diverse in un tessuto imprenditoriale diffuso che può essere una leva straordinaria per il rilancio dell’Italia”.
Nel 2013, il contributo al valore aggiunto prodotto nel nostro paese dalle filiere riconducibili all’economia del mare, ha raggiunto il valore di 41,5 miliardi di euro (in termini nominali) con un’incidenza sul totale del 3%: quasi il doppio di quanto prodotto dal comparto del tessile, abbigliamento e pelli o più del doppio telecomunicazioni e il triplo di quello del legno, carta ed editoria.
Dal punto di vista occupazionale, i quasi 800mila lavoratori impiegati nell’economia del mare rappresentano il 3,3% dell’occupazione complessiva del Paese, superiore di quasi 240mila unità a quella dell’intero settore formato dalla chimica, farmaceutica, gomma, materie plastiche e minerali non metalliferi.
In questa terza edizione del Rapporto viene introdotta un’importante novità finalizzata a osservare le imprese da un’originale angolazione, basata sulle caratteristiche di coloro che ne sono alla guida: imprese giovanili, femminili e straniere.
Nel 2013, delle 650mila imprese giovanili registrate in Italia, oltre il 2,7%, operano nell’economia del mare.
Passando al genere, le imprese femminili sono il 2,9%, viste all’interno dell’imprenditoria dell’economia del mare, circa 42mila imprese che rappresentano quasi un quarto del totale (23,5%), in linea con la presenza “rosa” tra le altre imprese non collegate al mare (23,6%). Tra le caratteristiche dell’economia del mare c’è quella di essere in grado di attivare indirettamente ulteriori effetti sul sistema economico, a conferma della sua importanza strategica soprattutto in chiave di rilancio del Paese. Basti pensare che per ogni euro prodotto da questo settore se ne attivano altri 1,9 nel resto dell’economia.
Umberto Del Boca