Dieselgate: la class action degli azionisti partirà entro febbraio 2016
Secondo il Sunday Telegraph, dopo il Dieselgate, i grandi azionisti Volkswagen sono intenzionati a fare causa e a chiedere 40 miliardi di euro di danni. Il gruppo Bentham (fondo specializzato nel finanziamento delle grandi cause legali) per seguire il caso ha chiamato Quinn Emanuel, l’avvocato famoso per le sue class action, che ha nel curriculum vittorie per un totale di quasi 50 miliardi di euro. Quinn Emanuel e Bentham stanno contattando i maggiori investitori VW, compresi i fondi sovrani del Qatar e della Norvegia, per chiedere loro di unirsi all’azione legale che, in base al Securities Trading Act, dovrebbe partire in Germania entro febbraio. Lo studio legale sosterrà che l’atteggiamo di Volkswagen nella vicenda delle emissioni di gas di scarico truccate costituisce una grave responsabilità da parte del management, i danni potrebbero essere calcolati a partire dal 2009, quando la Casa automobilistica tedesca ha iniziato il montaggio dei dispositivi per i suoi motori diesel.
In Francia, la polizia sta sequestrando documenti e computer in alcune sedi Volkswagen, mentre le autorità giudiziarie hanno aperto un’inchiesta. In Italia, Volkswagen ha chiesto scusa ai clienti acquistando spazi sulle pagine dei giornali e Matthias Müller, presidente del Consiglio di amministrazione VW, ha inviato una lettera al nostro ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, per manifestare la volontà di collaborazione con le autorità e l’impegno a offrire una soluzione per i clienti italiani. Tra i passaggi della lettera, Müller afferma che “la Compagnia ha presentato alla Kraftfahrt-Bundesamt (Autorità Federale Tedesca per il trasporto veicoli a motore) un elenco di provvedimenti e i relativi tempi di attuazione per il controllo dei motori”. Alexander Dobrindt, presidente della KBA, ha spiegato che nel piano dei richiami sono inclusi i motori Diesel Euro5 Tipo EA189 nelle categorie 2.0, 1.6 e 1.2 litri. Tutti questi motori dovranno subire una revisione del software relativo al monitoraggio del livello delle emissioni. La categoria dei 1.6 potrebbe richiedere anche modifiche al motore che non potranno essere fatte prima del settembre 2016. Nell’Unione Europea si tratta di 8 milioni di veicoli Euro5, in Italia sono poco meno di 650 mila.
Il presidente di Volkswagen conclude affermando che l’azienda “si trova ad affrontare una difficile sfida, ma siamo una compagnia forte. Riusciremo a gestire l’attuale crisi e ne trarremo le necessarie conseguenze agendo conformemente. Faremo dei cambiamenti strutturali rinnovando anche la nostra filosofia aziendale. Ma principalmente è nostra intenzione lavorare duro per riguadagnarci la fiducia”. Il Gruppo conferma che, comunque, tutti i veicoli sono tecnicamente sicuri e adatti alla circolazione su strada e possono continuare a essere usati normalmente senza alcuna limitazione.
I primi richiami sui motori Diesel Euro5 Tipo EA189 partiranno a gennaio e dureranno tutto l’anno. “Nella maggior parte dei casi si dovrà solo riprogrammare il software e sarà possibile farlo nei vari centri di assistenza locali. La sostituzione dei veicoli avverrà solo in casi particolari” spiega, ancora, Matthias Müller.
Per verificare se un veicolo risulti interessato o meno dall’intervento di manutenzione, basta seguire la procedura online indicata sui vari siti Volkswagen, Audi, Seat e Skoda. Il procedimento è semplice, bisogna inserire il codice del telaio del veicolo nel campo di ricerca. Si tratta di un codice alfanumerico a 17 caratteri, chiamato anche “Vehicle Identification Number code” e si trova sul libretto di circolazione, sul certificato di proprietà alla voce “Telaio” o sul parabrezza. In alternativa, Volkswagen ha messo a disposizione dei clienti dei numeri verdi dedicati:
Numero verde 800 865 579 (Volkswagen)
Numero verde 800 283 454 (Audi)
Numero verde 800 100 300 (Seat)
Numero verde 800 100 600 (Skoda)