Vicari: Italia pronta per test sulle emissioni reali dei veicoli
“L’Italia sta procedendo nei tempi dovuti per introdurre misure di contrasto alle emissioni dei veicoli a motore ed è consapevole che un ritardo nell’adozione delle stesse comporterebbe un peggioramento della qualità dell’aria e metterebbe a rischio il raggiungimento degli obiettivi di qualità dell’aria con un conseguente danno per l’ambiente e per la salute pubblica”. E’ quanto risposto dalla sottosegretaria alle Infrastrutture e ai trasporti Simona Vicari all’interrogazione dell’onorevole Massimo De Rosa del M5S sull’introduzione di un sistema di verifica delle emissioni generate dai veicoli a motore in condizioni reali.
Il deputato ha evidenziato come la normativa europea e italiana abbiano fissato limiti di inquinamento assai ampi e che l’applicazione di dispositivi antinquinanti potrebbe, peraltro con costi assai ridotti, far abbassare di molto il livello di inquinamento dell’aria. L’esponente dell’opposizione ha anche contestato la scelta politica,di consentire alle case automobilistiche di continuare a vendere veicoli inquinanti non tutelando l’interesse dei cittadini.
Se su questo punto la rappresentante del governo non ha voluto esprimersi, ha invece puntato l’attenzione sui test delle emissioni reali dei veicoli, spiegando che tale procedura di prova è stata introdotta nel sistema di omologazione europeo con la recente adozione a Bruxelles dei regolamenti Ue 427/2016 e 646/2016 della Commissione europea.
“L’obiettivo di tali prove su strada, che saranno obbligatorie dal 1o settembre 2017 – ha ricordato la Vicari – è quello di verificare che le emissioni inquinanti siano conformi a quelle registrate durante la prova in laboratorio, oggi effettuata seguendo un ciclo di prova denominato NEDC, il quale non si è dimostrato particolarmente aderente al comportamento di guida su strada. Per tale ragione, l’Unione europea intende adottare a breve un nuovo ciclo di prova di laboratorio concepito a livello internazionale e introdurre per la prima volta a livello mondiale la citata procedura di misurazione delle emissioni reali”.
Il sottosegretario ai Trasporti ha spiegato ai componenti della Commissione Trasporti che tale procedura costituisce una ulteriore misura per controllare le emissioni di elementi inquinanti (in particolare gli ossidi di azoto), che rappresentano un grave problema in termini di qualità dell’aria di diverse regioni dell’Unione.
“A differenza della predetta procedura di prova di laboratorio – ha aggiunto Vicari – la prova su strada prevede la guida del veicolo in presenza della variazione di alcuni parametri quali la temperatura, l’altitudine, la pendenza della strada e la velocità del veicolo, che incidono sul valore delle emissioni di inquinanti misurate allo scarico e che non sono considerati durante la prova di laboratorio. Pertanto, considerato che per i veicoli di più recente omologazione che soddisfano a decorrere dal 1o settembre 2015 i limiti imposti dal Regolamento 715/2007, fase EURO 6, sarà necessario un adeguamento alla migliore tecnologia disponibile per soddisfare la prova su strada RDE, il Comitato veicoli a motore della Commissione europea si è espresso favorevolmente affinché in una prima fase, cioè a decorrere dal 1o settembre 2017, il fattore di conformità applicabile ai veicoli diesel EURO 6 sia pari a 2,1 mentre nella seconda fase, a decorrere dal 2020, tale valore si ridurrà in via prudenziale a 1,5; ciò per tener conto delle incertezze di misura dei sistemi di misurazione portatili dei gas di scarico (PEMS) che ad oggi richiedono ulteriori approfondimenti da parte della medesima Commissione”.
Il sottosegretario Vicari ha infine concluso l’audizione ribadendo che l’applicazione del Regolamento Ue, sin dal 2017, contribuirà all’immissione sul mercato europeo di veicoli, in particolare quelli diesel, meno inquinanti nelle condizioni di guida su strada, riducendo le emissioni di ossidi di azoto i cui valori limite di omologazione – come dichiarato dalla Commissione europea – su taluni veicoli sono superati anche del 400%, permettendo di compiere un passo importante per la riduzione dell’inquinamento atmosferico.