Confcommercio: Brennero, i danni per l’Italia e l’Europa
“Oggi la questione sembra conclusa, ma non c’è bisogno di realizzare barriere fisiche per rallentare il flusso del trasporto merci fra Italia e Austria”. Così Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio, è intervenuto questa mattina nel corso di una conferenza stampa sul caso Brennero, mettendo in guardia sulle conseguenze dirette sia sul sistema logistico sia su quello economico nazionale di eventuali limitazioni alla libera circolazione.
I costi diretti sull’autotrasporto e sull’intero sistema produttivo italiano dei rallentamenti lungo i varchi alpini dell’Austria sono calcolati da uno studio presentato da Andrea Appettecchia. Partendo dal presupposto che ogni anno passano per i valichi alpini 196 milioni di tonnellate l’anno – pari a 524 miliardi di euro – e che la quota dei valichi austriaci rappresenta il 60% di questo traffico, l’81% del quale riguarda l’import-export dell’Italia, l’analisi calcola il valore di eventuali ritardi degli attraversamenti.
Nell’immediato, i costi aggiuntivi per l’autotrasporto sono calcolabili in oltre 172,4 milioni di euro /anno per un’ora sola di ritardo; questi costi si riversano indirettamente sul sistema produttivo nazionale causando ulteriori extra pari a 202,9 milioni di euro/ anno sempre per una sola ora; quindi il costo di un’ora di ritardo nei trasporti ammontano in totale 375,3 milioni di euro.
Nel medio-lungo periodo però gli effetti sarebbero più gravi perché l’incertezza e gli allungamenti dei tempi di consegna avrebbero l’effetto di spingere a scegliere altre rotte. È questo uno dei pericoli di cui parla anche Paolo Uggé, cioè quello di bypassare l’Italia – piattaforma logistica naturale nel Mediterraneo – favorendo altre rotte. Senza contare altre conseguenze, come quella di tornare a tratte sicure via strada (come quella Balcanica), nuocendo all’intermodalità e anche all’ambiente in termini di emissione di CO2.