Porti italiani: cambia il lavoro, ecco quali sono le 10 professioni del futuro nel settore portuale
La maggior parte delle figure professionali che saranno richieste sono per metà tecnici e metà operai specializzati
Porti italiani: dal nuovo rapporto realizzato da Randstad Research, che sarà presentato oggi all’Autorità Portuale di Ravenna, emerge un quadro in profonda trasformazione del settore portuale.
Il rapporto dal titolo: “Il futuro del settore portuale italiano: le professioni verso cui navigare”, evidenzia come si siano trasformati profili e competenze e come siano nate nuove professioni in un settore impegnato nelle sfide tecnologica, logistica e di sostenibilità.
Porti Italiani: Il ruolo cruciale nell’economia nazionale
Il settore portuale ha un ruolo cruciale nell’economia nazionale. Con 58 scali principali gestiti da 16 Autorità di Sistema Portuale, il 40% degli scambi import-export del paese passa dai porti italiani Ma tra il 1980 e il 2020 il numero di lavoratori è calato del 28% per effetto dell’automazione e della razionalizzazione delle attività, con una leggera ripresa nel 2022.
È la fotografia di un comparto che per effetto delle sfide tecnologiche, logistiche e della sostenibilità vede evolvere mansioni
e competenze richieste ai lavoratori. Al tempo stesso si affacciano professioni del tutto nuove che lavoreranno nei porti del futuro, sempre più digitalizzati, sostenibili e integrati.
Le sfide dei porti
Emilio Colombo, Coordinatore del Comitato scientifico di Randstad Research dichiara: “I porti sono una risorsa strategica per il nostro paese, in virtù del volume di merci movimentate, della capacità di attrarre investimenti e di stimolare lo sviluppo di infrastrutture regionali, ma affrontano alcune sfide strutturali e organizzative. Come quella tecnologica, che vede nascere terminal quasi completamente automatizzati, operanti h24. E poi quella della sostenibilità, che impone uno sforzo straordinario per raggiungere la neutralità carbonica. E ancora quella logistica, che richiede porti integrati in modalità multimodale con il sistema di trasporto regionale e internazionale”.
“Queste sfide – prosegue Colombo – stanno profondamente trasformando il mercato del lavoro portuale che è chiamato a un cambiamento sia nelle tipologie di lavoro che nelle competenze richieste, favorendo una maggiore crescita dell’occupazione femminile. Oggi sono richieste skill sempre più avanzate in ambito organizzativo e digitale ai profili esistenti, ma emergono anche professioni del tutto nuove che saranno cruciali nei porti di domani”.
Le professioni e le competenze richieste
Nelle aree di attività dei porti, le professioni richieste sono per metà tecnici e metà operai specializzati. Tra le professioni in rapida crescita, ci sono ingegneri industriali e gestionali, tecnici dell’organizzazione del traffico portuale, spedizionieri e tecnici dell’organizzazione commerciale, addetti alla gestione dei magazzini, conduttori di mezzi pesanti e camion, facchini e addetti allo spostamento merci.
Le 10 professioni del futuro
Randstad Research ha individuato 10 gruppi di professionisti chiave per il futuro dei porti italiani, nell’evoluzione che li vedrà sempre più digitalizzati, sostenibili e integrati nei sistemi logistici globali, con un’attenzione particolare alla sicurezza e all’efficienza operativa. Eccoli di seguito:
- 1. Operatori specializzati nell’automazione e digitalizzazione capaci di gestire processi automatizzati per stoccaggio e movimentazione merci, ma anche specialisti in IoT per gestire i sistemi che monitorano e ottimizzano le attività logistiche. Questi professionisti devono combinare competenze tecniche e operative, con conoscenza sia dei processi portuali che delle infrastrutture digitali.
- 2. Esperti di sicurezza e automazione. Con l’aumento delle macchine automatizzate e dei sistemi di controllo remoto, saranno cruciali figure specializzate nella sicurezza del lavoro e nell’automazione dei mezzi.
- 3. Professionisti della logistica e del reshoring. Con il reshoring, aumenterà la domanda di operatori logistici specializzati nel gestire traffici Ro-Ro e container, con competenze in pianificazione logistica e una comprensione approfondita dei sistemi di trasporto multimodale.
- 4. Operatori e tecnici portuali versatili. I lavoratori portuali del futuro dovranno essere polivalenti e capaci di adattarsi a più mansioni, dall’uso di gru automatizzate alla gestione logistica dei terminal. L’integrazione di tecnologie digitali nelle operazioni giornaliere richiederà operatori capaci di utilizzare strumenti come palmari e piattaforme di gestione.
- 5. Specialisti in sostenibilità e economia circolare. Il focus crescente sulla sostenibilità richiederà esperti ambientali in grado di gestire le infrastrutture verdi dei porti e promuovere la riduzione delle emissioni e l’efficienza energetica. Le nuove professioni includeranno figure specializzate in elettrificazione delle banchine, monitoraggio ambientale e gestione dei rifiuti.
Gli altri profili
- 6. Formatori e specialisti in sicurezza. La formazione nel settore portuale è cruciale per adattarsi alle nuove tecnologie. Ci sarà una forte domanda di formatori specializzati su nuovi strumenti e tecnologie, come gru automatizzate, droni e piattaforme digitali. La sicurezza sarà un tema chiave, con la necessità di esperti di sicurezza sul lavoro che garantiscano il rispetto delle normative e migliorino le procedure operative.
- 7. Tecnici di manutenzione avanzata. Con l’introduzione di macchine automatizzate e sistemi tecnologici complessi, ci sarà una forte domanda di tecnici specializzati nella manutenzione predittiva, in grado di utilizzare sensori IoT per prevenire guasti e ottimizzare le performance delle attrezzature portuali.
- 8. Specialisti in marketing portuale. Le autorità portuali richiederanno figure esperte in comunicazione e marketing internazionale, in grado di promuovere i porti come hub strategici a livello internazionale per le grandi compagnie marittime e per gestire le relazioni con i clienti globali.
- 9. Specialisti nell’intermodalità. Saranno necessarie figure esperte in integrazione ferroviaria e logistica multimodale, che possano gestire e ottimizzare la movimentazione delle merci su più mezzi di trasporto (treno, gomma, nave).
- 10. Operatori di droni e tecnologie remote. L’uso crescente di droni per la sorveglianza e ispezione delle aree portuali e delle infrastrutture richiederà nuovi professionisti, garantendo sicurezza e efficienza. Saranno richieste conoscenze informatiche e digitali, oltre che skill specifiche sull’utilizzo di gru automatizzate, droni e veicoli autonomi, conoscenze delle normative ambientali,
polivalenza operativa.
I profili nell’ambito dell’innovazione tecnologica e automazione
Nell’ambito dell’innovazione tecnologica e automazione, saranno richiesti profili di addetto alla telegestione dei macchinari, esperto di AI per il monitoraggio delle emissioni di gas serra via drone, addetto alla protezione dei dati, cyber calamity forecaster, ingegnere dei dati, esperto di telediagnostica, data scientist per la logistica portuale, specialista della trasformazione digitale. Nella progettazione e innovazione di infrastrutture e mezzi saranno impiegati designer di natanti sostenibili, progettista doganale di sistemi sisam, designer Zeb (zero emission buildings), produttore di tecnologie assistenziali indossabili, commercial and industrial designers.
I profili nel campo della logistica e dei trasporti
Nella pianificazione e gestione della logistica e dei trasporti si affermeranno demand planner, pianificatore dei trasporti, pianificatore dell’organizzazione logistica, ingegnere del traffico e dei trasporti, fleet manager. Nella formazione e transizione industriale, formatore esperto in digital reskilling, esperto di riconversione industriale ed export coach. Nel monitoraggio e valutazione ambientale e industriale, addetto al rating per la valutazione dell’impatto aziendale sui mari, addetto alla diagnosi delle risorse non energetiche, energy auditor/addetto alla diagnosi energetica, ingegnere ambientale portuale, manager della sostenibilità portuale.
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