Autotrasportatori Ex Ilva in protesta: ritardi nei pagamenti e tariffe al ribasso
Ecco in dettaglio le motivazioni della protesta degli autotrasportatori
Gli autotrasportatori dello stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto (ora Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria) sono in protesta.
Questa mattina, un gruppo di autotrasportatori ha organizzato un presidio davanti alla portineria C, denunciando l’introduzione di un nuovo tariffario per il settore dell’autotrasporto, giudicato insostenibile e penalizzante.
Secondo Casartigiani, il nuovo algoritmo per l’assegnazione dei trasporti su strada penalizza gravemente le aziende locali, privilegiando le offerte più basse e creando una competizione al ribasso.
Le tariffe proposte dagli autotrasportatori locali risultano superiori del 30-40% rispetto a quelle accettate, rendendo loro impossibile ottenere incarichi.
“Questo meccanismo viziato incentiva una competizione al ribasso e premia pratiche scorrette, con gravi ripercussioni sulla sicurezza e sulla qualità dei servizi” spiega Stefano Castronuovo, coordinatore di Casartigiani Puglia.
Le denuncia degli autotrasportatori
Gli autotrasportatori di Taranto, rappresentati da Casartigiani, chiedono il rispetto dei costi minimi di riferimento per l’autotrasporto definiti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Questi costi, essenziali per la sostenibilità economica del settore dell’autotrasporto, sono fondamentali per garantire la sicurezza degli operatori e degli utenti.
Le richieste degli autotrasportatori in protesta
- Revisione del “tender road”: introduzione di tariffe concordate che coprano i costi minimi di sicurezza.
- Trasparenza e legalità: evitare una competizione sleale che danneggia gli autotrasportatori locali.
- Pagamenti puntuali: superare i ritardi che mettono in crisi la liquidità delle imprese di autotrasporto.
Una crisi che colpisce gli autotrasportatori
La protesta degli autotrasportatori si inserisce in un contesto di crisi più ampio che coinvolge tutto l’indotto dello stabilimento ex Ilva. La mancata definizione dell’assetto societario e i ritardi nei pagamenti hanno portato molte imprese di autotrasporto e fornitori sull’orlo del collasso finanziario.
Danni agli autotrasportatori:
- Ritardi nei pagamenti delle fatture (alcune risalenti a giugno e agosto).
- Debiti crescenti con le banche a causa della mancanza di liquidità.
- Incertezza sulla continuità produttiva, che penalizza fortemente il settore dell’autotrasporto.
Giacinto Fallone, rappresentante degli autotrasportatori di Casartigiani Taranto, denuncia: “le banche potrebbero decidere di far rientrare tutti i clienti per le somme debitorie anticipate, portando così le aziende al collasso economico finanziario”
I diritti degli autotrasportatori in protesta
Casartigiani, Aigi e Confapi Taranto sono in prima linea per tutelare i diritti degli autotrasportatori e delle imprese locali. Aigi ha già programmato un incontro con i sindacati per avviare la cassa integrazione e discutere soluzioni praticabili.
Fabio Greco, presidente di Confapi Taranto, sottolinea l’urgenza di un intervento strutturale: “investimenti che garantiscano continuità produttiva, lavorativa e pagamenti.”
La protesta degli autotrasportatori è il segnale di un disagio che colpisce non solo il settore dell’autotrasporto, ma l’intero sistema economico. Si spera che il Governo e istituzioni rispondano con misure concrete, ascoltando le richieste degli autotrasportatori e delle associazion.
Continua a leggere: CCNL logistica e trasporti: sciopero per il rinnovo il 9 e 10 dicembre 2024