Federmobilità: impegnarsi di più per il trasporto ferroviario
Da solo, il mercato non basta. Per dare ai cittadini servizi ferroviari adeguati, in linea con gli standard europei, occorrono risorse economiche certe e un quadro normativo più snello e stabile. Condizioni che, in Italia, negli ultimi anni sono venute a mancare, creando un sistema a due velocità. Occorre perciò un impegno politico responsabile, che coinvolga tutti i protagonisti del settore e tutti i livelli di governo dei trasporti. E’ risuonato forte, dalla Facoltà di Ingegneria della Sapienza, l’appello lanciato dal Forum sul Treno “Regole, rete e servizi per i cittadini: un’utopia”, organizzato a Roma da Federmobilità.
Negli ultimi anni la ferrovia ha perso la quota più consistente di traffico. Lo dicono chiaro i numeri del dossier curato da Annita Serio, Sergio De Lazzari e Marcello Martinez. Dal 2000 al 2007 il treno ha perso 1,2 miliardi di viaggiatori/km, circa lo 0,3% all’anno, a fronte dello 0,1% del trasporto stradale (9 miliardi di passeggeri). Sostenuta la crescita del trasporto aereo, con un 3,9% annuo. Attestandosi intorno al 5,7%, la quota del trasporto di passeggeri su rotaia in Italia risulta tra le più basse in Europa: la media Ue è del 7,1%, quella della Francia 9,8%, la Germania è 8,1%, la Gran Bretagna al 6,6%. Inoltre, esistono troppe poche infrastrutture rispetto agli abitanti: come ferrovie siamo a 283 km per milione contro i 481 della Francia e i 412 della Germania. Non va meglio l’Alta velocità: 30 km per milione di abitanti in Francia, 16 in Germania e 35 in Spagna. L’Italia, con 13 km per milione di abitanti, sta tuttavia accorciando il gap grazie al completamento delle ultime tratte.
Anche il trasporto regionale soffre. Dai 2 miliardi del 2001, i trasferimenti a favore della rotaia sono saliti a circa 2,5 miliardi, con una crescita media annua del 2,3%. L’offerta è salita da 206 a 231 milioni di treni/km (dati 2008) con una crescita media annua dell’1,6%. Dunque, la spesa pubblica per unità di offerta ferroviaria regionale è scesa in media di circa un punto percentuale all’anno in termini reali.
La domanda è statica nonostante un basso livello delle tariffe: stando ai dati delle Ferrovie dello Stato, biglietti e abbonamenti contribuiscono al finanziamento del servizio per circa il 30% (3,6 centesimi a viaggiatore/km), mentre il restante 70% viene coperto dai trasferimenti pubblici (8,4 centesimi). In Germania (Db) e in Francia (Sncf) i treni regionali sono finanziati con i biglietti rispettivamente con 7 e 11 centesimi per ogni viaggiatore/km. Infatti, in Italia un abbonamento mensile di trasporto metropolitano costa in media circa 50 euro (quasi 70 a Milano). A Parigi, lo stesso abbonamento costa 123 euro, a Madrid 111, a Barcellona 140, 144 a Berlino, 200 a Londra.
Vincenzo Foti