Aniasa, auto aziendali: tutti i rischi della nuova tassazione
La misura rischia di ridurre le immatricolazioni e le entrate erariali
L’aumento delle tasse sulle auto aziendali previsto dalla Legge di Bilancio 2025 potrebbe frenare la transizione ecologica e comportare grossi svantaggi per l’industria automotive e per l’Erario.
È questa la preoccupazione espressa da Aniasa, l’Associazione che in Confindustria
rappresenta il settore dei servizi di mobilità, riguardo la a nuova misura in in materia di disciplina delle auto aziendali in fringe benefit.
Auto aziendali: cosa cambia
Fino ad oggi, la determinazione del valore imponibile del fringe benefit delle auto aziendali si basava prevalentemente sulle emissioni di CO₂. Questo sistema è stato sostituito dalla nuova normativa, che fa riferimento direttamente all’alimentazione del veicolo. Le auto elettriche e ibride plug-in, considerate tra i principali alleati per la riduzione delle emissioni di gas serra, vedranno una riduzione del valore imponibile del benefit. Tuttavia, in una mossa che ha suscitato molte critiche, lo stesso trattamento fiscale favorevole è esteso anche alle supercar e alle auto di lusso, che non contribuiscono minimamente alla transizione ecologica.
A preoccupare è soprattutto la penalizzazione di tutte le altre alimentazioni che rappresentano circa l’85% delle auto aziendali.
I rischi stimati da Aniasa
Considerando i veicoli aziendali più noleggiati, Aniasa stima un aumento annuo del valore imponibile del benefit auto in media di 1.600 euro, pari a +67%. Un aumento importante che di certo impatterà sulle scelte aziendali, rendendo preferibile il mantenimento delle vetture già assegnate che non sono soggette alla nuova normativa, ritardando l’acquisto e, nel caso del noleggio, prorogando i contratti in essere.
Secondo Aniasa questo comporterà una riduzione di almeno il 30% delle immatricolazioni di autovetture a uso noleggio lungo termine (circa 60.000 unità) nel solo 2025 e il 20% degli acquisti da parte di società (15.000 unità), con stimabili minori entrate per l’Erario e gli Enti Locali pari a 125 milioni di euro nel 2025.
“L’effetto della misura sarà un aumento della tassazione sulle buste paga di circa 1 milione di italiani che utilizzano l’auto aziendale, che graverà maggiormente sui redditi medio-bassi. Il Governo ci ripensi! – ha dichiarato Alberto Viano, Presidente di Aniasa – Aumentare oggi la tassazione sulle vetture utilizzate dai dipendenti delle imprese significa colpire un settore, quello dell’auto aziendale, strategico per la transizione ecologica della mobilità nazionale, rallentando il ricambio del parco circolante. Per questi motivi riteniamo necessaria una rivisitazione della misura, stabilendo un aumento dilazionato e che non penalizzi l’attuale circolante, evitando ricadute ambientali, sul mercato automotive, che in questi anni di crisi vede nell’auto aziendale un vero pilastro (circa il 40% delle immatricolazioni) e sull’Erario”.