Car sharing: sempre più italiani condividono l’auto. Nel 2016 +33% di noleggi
Il servizio di car sharing è sempre più diffuso in diverse città d’Italia ed è utilizzato come strumento di mobilità, oggi ancora saltuario e sporadico, in alternativa alla vettura di proprietà ma anche, e in misura ancora maggiore, al trasporto pubblico.
I dati arrivano dalla ricerca ”Il CAR SHARING in Italia: soluzione tattica o alternativa strategica?”, condotta da Aniasa, l’Associazione nazionale industria dell’autonoleggio e servizi automobilistici e dalla società di consulenza strategica Bain & Company e presentata oggi a Milano nel corso dell’Assemblea Pubblica dell’Associazione. Per trasformare il car sharing da alternativa tattica a soluzione strategica per la mobilità urbana, le Istituzioni nazionali e locali dovrebbero uniformare la normativa sul settore e rendere omogenee le condizioni di utilizzo nelle città. Sono queste le principali evidenze che emergono dalla ricerca.
L’utente medio, maschio, 38 anni, è pendolare e lo utilizza per raggiungere il lavoro (nel 55% dei casi è dipendente di azienda); vive soprattutto in zone centrali (46%) o semi-centrali (27%), nelle quali utilizza il servizio. Inoltre possiede in media 2,8 tessere e se ne serve senza preferenze per particolari operatori o modelli, verificando la disponibilità del veicolo più vicino. Grazie all’auto condivisa, quasi 2 utenti su 10 hanno già rinunciato all’auto di proprietà, che presenta costi di gestione più onerosi rispetto al car sharing per percorrenze annue medio/basse (fino a 8.300 Km/anno, per un’auto di medie dimensioni). Oltre metà degli utilizzatori viaggia in compagnia di una o più persone, abbattendo ulteriormente i costi sostenuti. In media ogni auto condivisa toglie dalla strada fino a 9 vetture in proprietà.
I servizi di car sharing – come emerge – soddisfano, con orari e modalità differenti, due diversi fabbisogni: lavorativo, dal lunedì al venerdì, con un picco di utilizzo tra le ore 9 e le 12, e personale, in particolare nel weekend, con un picco pomeridiano tra le 16 e le 19. Il 40% del campione intervistato lo utilizza al posto dell’automobile di proprietà, mentre più della metà (55%) dichiara di usarlo in alternativa al Trasporto pubblico Locale (Tpl). Il 52% possiede un’auto ed il 37% ne ha due nel proprio nucleo familiare. Ma, potendo contare pienamente sul CAR SHARING, gli italiani sarebbero realmente disposti a rinunciare all’auto? Dalle risposte emerge come in realtà l’auto condivisa al momento rappresenti un’opportunità di mobilità aggiuntiva, eventualmente sostitutiva della seconda auto.
In particolare i dati quelli registrati a fine 2016 danno conto di un fenomeno in grande sviluppo in diverse città d’Italia: 1.080.000 tessere di iscrizione (+70% vs 2015), 6.270.000 noleggi (+33%) e una flotta di 6.000 veicoli (+33%). Ma chi è l’utente medio del CAR SHARING? Maschio, 38 anni in media, pendolare, utilizza il CAR SHARING principalmente per motivi di lavoro (nel 55% dei casi è dipendente di azienda); vive soprattutto in zone centrali (46%) o semi-centrali (27%), nelle quali utilizza il servizio.