Sistri: parte la battaglia dell’autotrasporto
L’iniziativa è partita dalla Fai di Roma ma in poche ore si è già allargata a tutta Italia. Tre le armi utilizzate dagli autotrasportatori contro l’entrata in vigore del nuovo sistema telematico di monitoraggio dei rifiuti: ricorso al Tar, diffida al Ministero dei Trasporti e infine, se il primo giugno entrerà effettivamente in vigore il provvedimento, Class Action. Messa da parte invece, per ora, una manifestazione inizialmente prevista per il 25 maggio a Roma perché non c’è stato il via libera da parte della Prefettura all’utilizzo dei mezzi, permesso che ci sarebbe solo l’8 giugno a Sistri (forse) già partito.
La scadenza del primo giugno
A dare una brusca accelerata alla protesta legale del mondo dell’autotrasporto le recenti dichiarazioni del Governo che aveva confermato, per bocca del ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, l’entrata in vigore il 1° giugno 2011. Una conferma che è arrivata a pochi giorni dalla prova del Click Day, definita “deludente” e “fallimentare” dalle associazioni del mondo dell’autotrasporto e da Confindustria. “Se il Governo sul Sistri vuole lo scontro lo dica – ha dichiarato Paolo Uggé, presidente nazionale di Fai Conftrasporto e vicepresidente nazionale di Confcommercio -. Il sistema non è in grado di partire, è costoso e oltretutto continua a non applicarsi ai vettori esteri che potranno così garantire i trasporti a prezzi inferiori magari proprio a quella malavita che invece si dice si vuole combattere proprio attraverso il nuovo sistema per la tracciabilità dei rifiuti. In nessun Paese civile si carica su degli operatori economici costi a fronte di un disservizio”.”Il Sistri va sospeso e l’intero sistema va ripensato”, sostiene invece Confindustria ribadendo la richiesta di incontro con il Presidente del Consiglio e con il Ministro dell’Ambiente, già formulata insieme a tutte le organizzazioni di impresa.