Eurovignette: l’autotrasporto italiano contro la direttiva
“La riforma della direttiva ‘Eurovignette’ manca di equità e penalizza unicamente il trasporto merci e non le altre modalità e tipologie di trasporto”. Questo il commento di Anita (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici) sulla cosiddetta ‘Eurovignette III’, la direttiva approvata ieri dal Parlamento europeo. La modifica introduce nei pedaggi stradali a carico dei mezzi pesanti anche i costi dell’inquinamento atmosferico e acustico da essi provocato, oltre a quelli già previsti per le infrastrutture.
“Questo provvedimento – scrive l’associazione – comporterà un aggravio ulteriore per l’autotrasporto nell’attraversamento delle Alpi. La previsione di un importo supplementare per la congestione, che non sarà recuperabile, comporterà un aumento del livello attuale dei pedaggi di oltre il 10% per le emissioni e di oltre il 50% per la congestione nei trasporti internazionali. Un tale aumento del costo del trasporto stradale, in mancanza di una valida alternativa di trasporto su ferrovia avrà gravi ripercussioni sull’economia italiana, considerando che le grandi infrastrutture ferroviarie come il Brennero e la Torino/Lione saranno pronte dopo il 2025”.
Anche il Presidente di Confartigianato Trasporti Francesco Del Boca sottolinea l’impatto sugli autotrasportatori derivante dall’applicazione del nuovo testo della direttiva.
Secondo Del Boca “le risorse dei maggiori pedaggi dovrebbero essere obbligatoriamente destinate al settore del trasporto stradale con l’obiettivo di rendere l’autotrasporto più sostenibile ed efficiente, ad esempio attraverso investimenti verdi o in nuove tecnologie, particolarmente importanti per le piccole e medie imprese che spesso non sono in grado di sostenere da sole gli oneri imposti dalle normative tecniche ed ambientali”.
Il testo concede invece agli Stati membri la facoltà di decidere se utilizzare o meno gli introiti per ridurre l’impatto dei costi esterni (inquinamento, rumore, congestione) con investimenti nell’autotrasporto. “Siamo di fronte – ha aggiunto Del Boca – al tentativo di introdurre una nuova tassa addizionale sulle aziende, con il solo fine di ‘fare cassa’ al di là delle dichiarate motivazioni ambientali”.
“La decisione del Parlamento europeo è come un macigno legato ad una gamba di un centometrista”, ha commentato il presidente di Fai Conftrasporto e vice presidente di Confcommercio, Paolo Uggè, che considera la nuova tassa, “frutto di scelte nazionalistiche, un danno incalcolabile alla competitività in un Paese che soffre del problema della permeabilità dell’arco alpino, che è privo di alternative ferroviarie e dove la velocità commerciale è la più bassa rispetto alla media europea”. Secondo Uggè il principio del ‘chi inquina paga’ è condivisibile solo se accompagnato da alternative al trasporto su gomma.