Veicoli commerciali: nuova flessione del mercato a marzo (-6,3%)
Si era cominciata ad avvertire già il mese scorso il rischio di inversione del trend delle vendite in Italia di veicoli commerciali (autocarri con ppt fino a 3,5t), quando il mercato registrò un incremento più mite rispetto alla decisa crescita di inizio anno ma soprattutto dopo un 2017 che si era chiuso in flessione (-3,1%).
Secondo le ultime stime elaborate e diffuse del Centro Studi e Statistiche dell’Unrae, l’Associazione delle Case Automobilistiche Estere, il mese di marzo ha infatti registrato un risultato in controtendenza rispetto al primo bimestre, archiviando una flessione nelle vendite del -6,3% rispetto a marzo 2017, quando l’aumento fu del 13,3% rispetto al 2016. I dati riportano oggi 16.270 unità registrate per marzo 2018 contro 17.364 del marzo dello scorso anno. Questo risultato mantiene comunque il cumulato ancora in territorio positivo, avendo totalizzato 44.370 immatricolazioni nel gennaio-marzo 2018 contro i 43.041 veicoli dello stesso periodo dello scorso anno.
Il Centro Studi e Statistiche dell’Associazione, ha inoltre diffuso le proprie stime – aggiornate al 31 dicembre 2017 – del parco circolante dei veicoli da lavoro, che cumulano un totale di 3.760.000 unità. “L’Unrae – commenta Michele Crisci, presidente dell’Unrae – si batte da tempo per il rinnovo del parco circolante che, secondo le nostre ultime stime, è composto ancora da circa 1/3 da veicoli ante Euro 3. E’ imprescindibile, quindi, affrontare in maniera risolutiva con i Decisori pubblici nazionali e locali il tema dello svecchiamento del parco – prosegue – per garantire sempre maggiore sicurezza sulle nostre strade, per dimostrare rispetto per l’ambiente e attenzione alla salute dei cittadini, oggi obiettivi più che mai raggiungibili grazie alle numerose alternative offerte dal mercato, che consentono sia con i carburanti tradizionali che con le nuove tecnologie un’ampia possibilità di scelta, nel pieno rispetto delle norme europee che hanno indicato la strada della neutralità tecnologica”.