Sicurezza ferroviaria e manutenzione: Ansf, gestori e aziende rivedano i processi
Nel 2017 sulla rete ferroviaria nazionale e sulle reti regionali si sono verificati 101 incidenti: 97 sulle linee gestite da RFI con 53 morti e 35 feriti e 4 sulle cosiddette ex-concesse con 3 decessi e 2 feriti. In totale le vittime sono state 93. Un dato inferiore al 2016 (124 vittime) e sostanzialmente in linea con quello relativo agli anni precedenti. L’Italia si colloca tra i valori più bassi dell’Ue pur mostrando possibili margini di miglioramento in particolare sul fronte della manutenzione e degli investimenti dei pedoni. Per quest’ultima tipologia di incidenti, nonostante una riduzione del 20% tra il 2007 e il 2017, il valore registrato in Italia è superiore a quello dei maggiori paesi europei e rappresenta la principale causa di morte sui binari: è alla base sulla rete gestita da RFI di oltre l’80% degli incidenti significativi e dell’86% delle vittime (75 vittime su 88 complessive).
E’ questa la fotografia che emerge dalla “Relazione sulla sicurezza ferroviaria nel 2017”, presentata ieri dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie nel corso del convegno sui 10 anni dell’ANSF organizzato a Firenze nella prestigiosa sede di Palazzo Strozzi Sacrati, messa a disposizione dalla Regione Toscana. La Relazione è una versione preliminare, con dati non ancora consolidati, che anticipa il Report annuale che verrà inviato, come da obbligo di legge, entro il mese di settembre al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e all’Agenzia dell’Unione Europea per le Ferrovie.
“In generale l’Italia mostra dati in linea con i maggiori paesi europei e sotto la media Ue –ha dichiarato il Direttore dell’ANSF, Amedeo Gargiulo – ma come Agenzia abbiamo acceso un faro sulla manutenzione perché siamo convinti che ci siano ancora margini di miglioramento. Stiamo dialogando con gestori ed aziende per il controllo delle modalità. Inoltre, vorremmo che ci fosse più “Safety Culture”, ovvero l’integrazione del fattore umano nei processi. In altre parole maggiore dialogo interno e con gli altri operatori che aiuta a prevenire eventi gravi. Rimane l’allarme per gli investimenti dei pedoni per il quale stiamo conducendo campagne educative e sperimentando nuove tecnologie che impediscono l’accesso illecito ai binari”.
Deragliamenti e manutenzione. Nel 2017 sulla rete RFI sono avvenuti 4 deragliamenti fortunatamente senza vittime. Si tratta però di episodi che hanno portato ad accendere un faro sulla manutenzione, necessità poi confermatasi in occasione del gravissimo incidente di Pioltello avvenuto il 25 gennaio 2018, (per questo non incluso in questo rapporto). Dagli elementi a disposizione, infatti, alla base dei 4 eventi che si sono verificati nel 2017 ci sono problematiche manutentive. Nel 2017 sulle reti regionali è avvenuto un solo deragliamento riconducibile, anche questo, a problematiche manutentive dell’infrastruttura.Le analisi di tali eventi sono confluite nella raccomandazione, inviata a tutti gli operatori ferroviari il 15 gennaio 2018, con cui l’ANSF ha chiesto un riesame complessivo dei processi interni per garantire un efficace presidio della manutenzione. In particolare, l’Agenzia ha chiesto a gestori e aziende ferroviarie la revisione delle modalità per individuare i motivi di inefficacia (e di conseguenza mettere in atto le necessarie azioni finalizzate a garantire un efficace presidio dei processi manutentivi) e maggiore controllo e monitoraggio dei lavori manutentivi svolti internamente o affidati a parti terze. Inoltre, a seguito dell’incidente di Pioltello l’ANSF ha impartito ulteriori disposizione nei confronti del gestore dell’infrastruttura RFI, definendo azioni immediate a breve e a lungo termine finalizzate ad un riesame complessivo dei processi interni per garantire un efficace presidio della manutenzione.
Investimenti e passaggi a livello. Gli incidenti alle persone provocati da materiale rotabile in movimento(escludendo i suicidi che non rientrano nelle statistiche ANSF)sono stati 75 sulla rete RFI, ovvero l’80% degli eventi significativi con oltrel’86% delle vittime (76 vittime su 88 complessive), un dato in crescita negli ultimi tre anni.Sulle reti regionali invece non si sono registrati eventi nel corso del 2017.Dal confronto con altre realtà europee il dato italiano si colloca costantemente al di sopra dell’andamento registrato in paesi affini e al di sopra del loro valore medio. Il numero di investimenti di pedoni nel periodo osservato risulta abbastanza costante nel tempo con una riduzione del 20% nel 2017 rispetto al 2007, ma mentre nel 2007 rappresentava circa il 62% del totale degli incidenti significativi nel 2017 ne rappresenta il 78%.
Il 56% circa degli investimenti si è verificato in Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto che sviluppano circa il 50% del traffico ferroviario. Il fenomeno si concentra soprattutto in Lombardia in cui sono avvenuti quasi il 27% degli eventi. La causa di questi incidenti va ricercata principalmente in comportamenti individuali impropri sui quali è necessario incrementare la consapevolezza degli utenti. Permane inoltre l’importanza dell’adozione di sistemi tecnici e tecnologici per impedire il manifestarsi del fenomeno. Per contrastare la tendenza verso comportamenti illeciti, l’ANSF è scesa in campo da diversi anni con campagne di sensibilizzazione che hanno coinvolto partner quali la Polizia Ferroviaria, le Federazioni della Pallacanestro, del Rugby e della Pallavolo e molti uffici scolastici regionali. Nel 2017 ha prodotto uno spot di pubblica utilità andato in onda sulle reti Rai, sui treni e nelle maggiori stazioni italiane. Inoltre, ha chiesto alle imprese ferroviarie e ai gestori un’azione incisiva di collaborazione per limitare gli accessi alle aree più a rischio.
Nel 2017 si sono registrati 13 incidenti in corrispondenza di un passaggio a livello. Undici sulla rete RFI con 10 vittime, un dato invariato rispetto al 2016. Sulle reti regionali si registra invece una diminuzione con 2 incidenti e 3 morti.
Da segnalare un incidente in un cantiere con 2 morti. L’incidente ha messo in evidenza l’importanza dell’attività di verifica sui mezzi d’opera;della corretta attuazione delle procedure di esercizio relative alla circolazione dei veicoli sul tratto interrotto;dei criteri di selezione e di monitoraggio delle ditte appaltatrici e della diffusione della “safety culture”. ANSF ha chiesto al gestore dell’infrastruttura RFI di adeguare in tempi rapiti le procedure e realizzare la completa eliminazione dei cantieri su avvistamento. Il ritardo è dovuto all’introduzione di nuovi modelli organizzativi e di dispositivi tecnologici.
Due i temi che stanno contraddistinguendo l’attività dell’ANSF e degli operatori ferroviari in questi mesi: l’allineamento dei livelli di sicurezza su tutte le parte del sistema ferroviario, in particolare sulle reti regionali interconnesse, e l’innalzamento dell’efficacia dei processi manutentivi. Inoltre, gli operatori devono promuovere al loro interno, presso tutto il personale, ma in particolare nell’assetto manageriale, la “Safety Culture”, ovvero l’integrazione del fattore umano nel proprio sistema e nei rapporti con altri operatori. Da parte sua l’ANSF lavora per intensificare il dialogo con il mondo ferroviario, per l’integrazione della “Safety Culture” e la supervisione sulle reti regionali. Infine, l’ANSF sta definendo le norme tecniche e gli standard di sicurezza applicabili alle reti isolate, non connesse funzionalmente con il resto del sistema ferroviario nazionale, che ricadranno sotto la competenza dell’Agenzia a partire dal 1 luglio 2019″.