Altroconsumo: traghetti italiani poco sicuri
Scarse informazioni ai passeggeri, uomini dell’equipaggio non rintracciabili, dotazioni antincendio poco efficaci, vie di fuga ostruite o difficili da raggiungere. Ben nove navi delle navi traghetto appartenenti alle maggiori compagnie di navigazione che del Tirreno (Gnv, Moby Lines, Sardinia Ferries, Snav, Tirrenia) non hanno superato del tutto l’esame di Altroconsumo. I tecnici dell’associazione hanno esaminato i punti d’accesso al pubblico, per verificare l’insorgere di eventuali problemi in caso di emergenza (tempi di abbandono della nave, adeguatezza dei dispositivi antincendio, disponibilità di giubbotti di salvataggio).
Risultato: su due traghetti di Moby Lines, “Otta” e “Aki”, il numero di zattere gonfiabili era inferiore al dovuto. Pochi i giubbotti di salvataggio su “Toscana” (Tirrenia) e “Splendid” (Gnv). Difficile raggiungere l’esterno perché le vie di fuga sono ingombre e la segnaletica non chiara. Le porte poi sono troppo piccole rispetto al numero di passeggeri, sia sulla “Janas” che sulla “Sharden” di Tirrenia: un’eventuale evacuazione potrebbe essere eccessivamente lenta. Tra i rischi d’incendio, i più frequenti sono la presenza di materiali infiammabili: sulla “Toscana” sono stati rinvenuti barili di combustibile non fissati a dovere. (il garage di tutti i traghetti dovrebbe essere separato dal resto della nave tramite porte tagliafiamme o barrierie che limitino la propagazione del fumo). Dei nove traghetti visitati solo Mega Express Three della Sardinia Ferries supera l’esame. Sullo “Splendid” esistono estintori non revisionati, idranti mal posizionati, attrezzatura, come maschere antifumo, mancante. Da qui, secondo Altroconsumo, l’esigenza di rendere le navi sicure sotto tutti i punti di vista: anche solo una carenza sui diversi parametri può giocare, in caso di emergenza per i passeggeri, un effetto domino dalle conseguenze drammatiche.