Blocco porto di Genova: Fiap, dietro la vertenza tempi più ampi e critici
Le trattative e le discussioni emerse tra i vari soggetti coinvolti nella vertenza al Porto di Genova, sono state al centro dell’attenzione della Fiap, Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali, che attraverso una nota ha definito “apprezzabile lo sforzo e la dedizione con cui le Associazioni datoriali ed i Sindacati dei lavoratori hanno cercato, purtroppo senza gli esiti sperati, di individuare la soluzione per evitare lo sciopero. È stato, tuttavia, spiacevole constatare l’esiguo interesse della Politica rispetto ai problemi alquanto gravi e di non poca importanza emersi nel corso della vertenza”.
“Le molte informazioni ed opinioni sulla situazione creatasi al Porto di Genova, ed in modo specifico rispetto al VTE, veicolate e messe in evidenza tramite gli organi di informazione, ci hanno indotto a svolgere una analisi approfondita dello scenario – spiega Alessandro Peron, Direttore di FIAP. Agli evidenti problemi legati ai ritardi sui tempi di carico e scarico dei container, che si riflettono sulle centinaia di autotrasportatori impegnati nella importante fase intermodale, con il conseguente incremento dei loro costi – criticità che si aggiunge ad altre come il caro gasolio ed il cabotaggio fuorilegge – se ne aggiungono altri legati alla sicurezza ed al rispetto del lavoro altrui”.
“Relativamente alla prima criticità citata è nostro parere che il problema non sia stato posto a tutti i soggetti della filiera. Esiste, infatti, una norma sufficientemente chiara che determina un indennizzo al vettore nel caso di ritardi sui tempi di carico e scarico, e che individua, specificatamente, nel “committente” del servizio il referente contrattuale al quale richiedere tale indennizzo. Tra l’altro trattasi di una problematica che non è riconducibile ai soli trasportatori impegnati al Porto di Genova, bensì a tutti quelli coinvolti nelle filiere distributive. Ma come spesso accade, per molte altre leggi – come ad esempio quella sul rispetto dei tempi di pagamento, oppure quella sui bancali – i vettori, essendo parte contrattualmente debole non riescono a far valere i loro diritti con il giusto soggetto, ed a richiedere quanto dovuto. È da questa anomalia – specifica Peron – che si muovono le azioni di rivendicazione con l’obiettivo di individuare un altro “chi” può indennizzarli economicamente”.
“È questo l’aspetto estremamente delicato ed importante che emerge dalla vicenda Genova. Leggi realizzate attraverso trattative impegnative e faticose che, poi, vengono sistematicamente disattese e inapplicate. Non solo nella struttura portuale ligure, ma nella stragrande maggioranza degli scenari in cui è coinvolto un trasportatore”, si legge ancora nella nota dell’associazione.
“È una delle questioni che porremo al tavolo del Ministro Toninelli – prosegue Peron – la cui convocazione tarda purtroppo a venire. La questione Genova non è un problema riservato allo scenario specifico, ma è, a nostro parere, fortemente connessa al fermo dei servizi proclamato, per effetto della scarsa attenzione – non solo di questo neo Governo – verso un settore chiave dell’economia, nel quale Leggi già promulgate rimangono prive di effetti.
Non meno importanti sono gli aspetti legati alla sicurezza ed al rispetto del lavoro, questioni per le quali ci schieriamo apertamente dalla parte dei Sindacati dei lavoratori. Ma anche per questi, il problema deve essere legato a tutta la catena del trasporto, e non ad un solo soggetto. Il nostro obiettivo, ora, è quello di portare, certamente, il nostro contributo nella questione al Porto di Genova, nella ricerca di una soluzione risolutiva, ma è anche nostra intenzione portare il problema a livello nazionale perché come tale deve essere trattato. “In tal senso – conclude Peron – i nostri Referenti Territoriali – Roberto Coluccini e Davide Falteri imprenditori genovesi – si muoveranno nei prossimi giorni facendosi promotori di nuovi tavoli di discussione”.