Trasporti e sostenibilità: Cernobbio, Conftrasporto-Confcommercio chiedono un cambio di passo
In un’economia che viaggia spedita e su mezzi sempre più tech, occorre un cambio di passo. Anche in tema di strumenti che regolano la sostenibilità dei trasporti. È quanto emerge dal Rapporto dell’Ufficio Studi di Confcommercio realizzato in collaborazione con Isfort su “Riflessioni sul sistema dei trasporti in Italia” presentato oggi a Cernobbio (Como) in occasione del 4° Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio.
Per Conftrasporto-Confcommercio è urgente promuovere una nuova strategia intermodale e soluzioni di trasporto più efficaci e realmente sostenibili. Le priorità d’intervento sono: per l’intero Sistema dei trasporti, la promozione dell’accessibilità dei territori come leva per competere, a cominciare dalla garanzia della permeabilità della barriera alpina, attraverso una politica coordinata nazionale per i trasporti e la logistica, centrata sulla co modalità e sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale; per l’autotrasporto, la riduzione del peso delle accise, la conferma delle risorse a supporto della competitività delle imprese nell’ottica della sostenibilità ambientale e della sicurezza stradale, lo sblocco del sistema delle revisioni dei veicoli e delle autorizzazioni ai trasporti eccezionali, il contrasto all’abusivismo e al dumping sociale.
Per la filiera marittimo-portuale: una strategia uniforme d’intervento sui porti e sulla “Nuova Via della Seta” che tuteli gli interessi nazionali, misure per favorire l’occupazione di lavoratori marittimi italiani e europei, una diversa visione del regime delle concessioni portuali centrata su trasparenza ed omogeneità delle condizioni.
Per il trasporto ferroviario: il completamento del processo di apertura alla concorrenza, l’adeguamento agli standard tecnici europei della rete, la concreta adozione del macchinista solo.
Per la logistica energetica: un quadro autorizzativo e concessorio omogeneo a livello nazionale ispirato a criteri di semplicità e semplificazione, una fiscalità favorevole allo sviluppo della filiera del Gas Naturale Liquido.
I cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni impongono di valutare con spirito pragmatico e non ideologico l’efficacia delle politiche adottate finora per promuovere i trasporti sostenibili in Italia e in Europa, innovando alcuni strumenti d’intervento ormai superati e definendo un nuovo paradigma per la mobilità sostenibile, più efficace e più compatibile con le dinamiche di sviluppo della produzione e dei consumi.
Due pilastri della politica per i trasporti sostenibili degli ultimi decenni sono stati da un lato l’intervento sulla leva fiscale secondo il principio del “chi più inquina più paga”, dall’altro quello di favorire con regole e interventi infrastrutturali il trasporto via mare o rotaia, specie in aree particolarmente sensibili come i valichi alpini.
“Ma mentre sul mare il cambio intermodale ha imboccato la rotta giusta – con i traffici dei mezzi rotabili (camion, rimorchi e semirimorchi) imbarcati sulle navi in aumento del +255% dal 2005 al 2017 – lungo i valichi alpini non è decollato, con risultati deludenti nel passaggio delle merci da gomma a rotaia – si legge in un comunicato stampa diffuso oggi dall’associazione -. Sempre per la sostenibilità ambientale, all’autotrasporto si chiede di pagare, in termini di tassazione e pedaggi, il costo dell’inquinamento prodotto. Le accise sui carburanti pesano 62 centesimi al litro, e da quelle sul gasolio lo Stato incassa circa 20 miliardi di euro all’anno. La componente fiscale sul prezzo del gasolio per autotrazione in Italia ha la più alta incidenza dell’area Ue: 60,6%% contro una media europea del 55,9%. La spesa per il gasolio è una voce importante nel bilancio delle aziende, considerato che costituisce il 30% dei costi di esercizio”.