Arenaways: verso il binario morto?
Tempi duri per Arenaways, e per una liberalizzazione ferroviaria sempre più sulla carta. L’azienda privata di trasporto viaggiatori, che dal dicembre 2010 fa correre i propri treni sulla linea Torino-Milano (storica), ha grossi problemi finanziari che potrebbero portarla in tribunale.
Le cose non stanno proprio andando a tutta velocità. La previsione di un milione di passeggeri l’anno non si è avverata: i passeggeri sono stati fino a ora qualche migliaio. Confort a parte, i treni di Arenaways non fanno fermate intermedie e viaggiano in orari scomodi. Dieci milioni di euro sono andati in fumo per gli investimenti e più volte i soci hanno dovuto mettere mano alle proprie tasche per rifornire il capitale. Ma dopo gli ultimi tre milioni, scoraggiati, hanno mostrato il segnale rosso: stop. “Era l’unica decisione possibile di fronte alla muraglia di ostacoli che ci siamo trovati ad affrontare” spiega Claudio Sguazzini. “Il divieto di fermate intermedie tra Torino e Milano è ancora lì perché l’ufficio del ministero non ha rivisto la sua decisione. E poi hanno contribuito il silenzio della Regione Piemonte e l’ostruzionismo di Fs”. I treni Arenaways per il mare (Cinque Terre) funzionano, aggiunge Sguazzini, ma questo non basta. Bisognerebbe puntare sui notturni a lunga percorrenza con auto al seguito (tipo l’annunciato Torino-Villa San Giovanni), che potrebbero vincere in quel segmento di mercato messo da parte da Fs. Anche il fondatore della società Giuseppe Arena fa leva su questo: “I numeri non sono certo brillanti. Ma abbiamo contratti internazionali fino al 2012 e stavo lavorando all’ingresso di nuovi soci”. Ragion per cui, al tavolo del cda siederanno volti in parte inediti, mentre un curatore avrà il compito di traghettare l’attuale società verso la nuova cordata.
Vincenzo Foti