Limitazioni veicoli inquinanti: Fai Conftrasporto, impraticabile senza incentivi per rinnovare i mezzi
“L’accordo l’hanno siglato Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto. L’obiettivo è migliorare la qualità dell’aria; lo strumento adottato, limitare la circolazione dei veicoli più inquinanti nel bacino padano. Il risultato è che, alla luce dell’inefficace politica di incentivi per il ricambio del parco circolante, si rischia di incidere negativamente sulle imprese e sulla capacità distributiva delle merci. Ergo, l’accordo tra le quattro regioni del Nord risulta insostenibile”. Lo scrive Fai-Conftrasporto commentando il recente accordo sulle limitazioni al traffico per i mezzi pesanti nel bacino padano.
Di qui l’appello della Fai, la Federazione degli autotrasportatori italiani che aderisce a Conftrasporto-Confcommercio. “Occorre che le Regioni e il Governo, attraverso l’istituzione di un fondo ad hoc, si attivino da subito per garantire alle imprese di autotrasporto in conto terzi le risorse indispensabili al rinnovamento della flotta” afferma la Fai-Conftrasporto dopo un’analisi dei provvedimenti adottati dai Comuni a partire dal 1° ottobre scorso, e delle conseguenze sulla catena logistica e distributiva.
L’analisi ha anche evidenziato una disomogeneità delle limitazioni alla circolazione tra i diversi territori sia nelle finestre temporali di applicazione che nelle deroghe previste, “inficiando negativamente sulla regolarità della fornitura delle merci. E’ necessario un confronto serrato con le amministrazioni interessate, e in tal senso ci siamo già attivati – spiega la Fai – Pur partendo dalla condivisione dei principi su cui si basa l’accordo, è necessario che vengano corrette le distorsioni e che sia garantito veramente il coordinamento necessario dei provvedimenti di limitazione”.
“Il confronto deve partire certamente dalla consapevolezza che si tratta di un’emergenza e che come tale va gestita, al limite con strumenti straordinari – prosegue la Federazione degli autotrasportatori di Conftrasporto – Ma tale consapevolezza deve essere bilanciata da un sano realismo: è indispensabile un periodo di transizione funzionale al ricambio del parco circolante coerente (più lungo dell’attuale a parità di condizioni) con le reali disponibilità delle imprese”.