Tirrenia, manca l’accordo sulla privatizzazione
Si è chiuso il tavolo tecnico per la privatizzazione di Tirrenia. Ma non c’è accordo tra le parti su quale debba essere il futuro della compagnia. Se il ministro dei Trasporti Matteoli ostenta ottimismo, i sindacati esprimono invece la propria opposizione, mentre la regione Sicilia si mostra tiepida.
Nel corso della riunione, gli uffici del Ministero hanno ribadito l’intenzione di arrivare a una privatizzazione del gruppo e delle sue controllate. Il Ministero, si è deciso durante l’incontro, invierà alle parti una bozza di convenzione per le privatizzazioni. Nella bozza saranno incluse le indicazioni relative alle parti economiche. Il Ministero si riserva inoltre la facoltà di predisporre un apposito Apq per rendere più celeri le procedure di privatizzazione.
“Gli incontri con i sindacati e le Regioni mi fanno dire che è possibile trovare una soluzione” afferma il ministro Matteoli. Che riguardo ai tempi della dismissione avverte: “bisogna fare una gara al più presto, perché il 31 dicembre scade il termine della privatizzazione”.
Ma il segretario generale di Uiltrasporti, Giuseppe Caronia, non è d’accordo e ribadisce con forza “l’assoluta inopportunità di privatizzare la Tirrenia in questa fase di pesante crisi economica”. Caronia esprime inoltre dubbi sulla sostenibilità dell’operazione da parte del sistema bancario. “Condivido invece”, prosegue il segretario Uiltrasporti, “la posizione espressa da Confitarma, circa l’assoluta esigenza di procedere al ‘trasferimento’ delle società Caremar, Toremar, Saremar e Siremar in capo alle regioni interessate”.
Tipeida anche l’amministrazione siciliana. Come afferma l’assessore regionale ai Trasporti, Titti Bufardeci, “il governo nazionale procede verso la privatizzazione del gruppo Tirrenia, ma noi non siamo ancora in grado di giudicare lo status di Siremar. Non c’è stato nessun passo avanti rispetto alle richieste dell’amministrazione siciliana”. Che torna a chiedere di valutare l’entità effettiva del patrimonio Siremar, i suoi costi di gestione e il valore dei contratti intercorrenti con la capogruppo Tirrenia.