Manovra: intervento di Federtrasporto
Manovra antiliberalizzazione, terzo atto. Ora è la volta di Federtrasporto. In una nota, l’associazione datoriale di Confindustria avverte che “da tempo ha formalmente dichiarato superato e superabile il contratto collettivo nazionale delle attività ferroviarie, sottoscritto nel 2003 e scaduto nel dicembre del 2007, alla luce della liberalizzazione del mercato che impone a tutte le aziende concorrenti nuove regole che premino flessibilità, produttività e qualità del lavoro”. Tuttavia, “Federtrasporto e Confindustria, per rispondere alle esigenze del mutato contesto competitivo nazionale e internazionale, alla fine del 2010 hanno formalmente invitato tutte le imprese del settore a partecipare al tavolo comune per la riscrittura del nuovo contratto nazionale”, ma le imprese stesse hanno declinato l’invito.
Evidenziando poi la “leggerezza” con cui da più parti ci si scaglia contro l’emendamento, Federtrasporto ricorda che “esistono altri due contratti nazionali ‘di riferimento’ per le imprese ferroviarie: il contratto nazionale Autoferrotranvieri e il contratto nazionale logistica, trasporto merci e spedizioni, applicato da imprese private”. Senza contare il contratto nazionale della Mobilità, approdato a una prima intesa nel settembre 2010, ma alla costruzione del quale “nessuna delle nuove imprese ferroviarie ha ritenuto di dover partecipare”.
Federtrasporto ricorda infine che, nel più completo silenzio mediatico, “solo pochi mesi fa il decreto legislativo 58/2011, attuativo delle direttive Ue sulla liberalizzazione dei servizi postali, ha introdotto un analogo obbligo di rispetto della contrattazione collettiva di settore da parte dei soggetti esercenti tali servizi”.