Censis: porti in crescita, ma la politica è latitante
Il traffico marittimo italiano gode di buona salute. A certificarlo è un’indagine realizzata da Censis e Assoporti, che sottolinea però come la portualità potrebbe fornire performance ancora migliori, se adeguatamente supportata dal sistema politico.
Il rapporto Censis evidenzia come, pur in una fase di stagnazione economica come il periodo 2000-2006, il traffico di merci nei principali porti italiani sia aumentato del 15,7 per cento e i container movimentati del 39,7 per cento. Per quanto riguarda il traffico passeggeri, il movimento complessivo tra imbarcati e sbarcati registra un aumento del 13,2 per cento.
I dati per il 2007 sembrano confermare la crescita. L’attività portuale, intesa come l’insieme delle attività di logistica portuale, dei servizi ausiliari dei trasporti marittimi e delle attività dei soggetti istituzionali dei porti (autorità portuali e capitanerie di porto), nel 2007 il sistema portuale italiano ha generato complessivamente un contributo al Pil di 6,8 miliardi di euro. Il settore assorbe un’occupazione diretta di circa 40 mila addetti, ed è in grado di attivare un’occupazione complessiva, tra unità di lavoro dirette e indirette, di 71 mila posti di lavoro.
Se poi all’insieme dei soggetti pubblici si unisce il complesso degli operatori privati e delle imprese industriali, di servizio e commerciali collocate in ambito portuale (incluse le imprese cantieristiche), i numeri si fanno ancor più imponenti: nel sistema portuale operano circa settemila imprese e si generano 105 mila posti di lavoro, con un fatturato cumulativo stimato in 21 miliardi di euro. Il sistema portuale si rivela così un settore strategico per la logistica italiana: il 61,2 per cento delle merci importate e il 46,2 di quelle esportate dall’Italia viaggiano via mare.
Da non sottovalutare, infine, il gettito fiscale prodotto dai traffici nei porti italiani, punti di frontiera doganale: nel 2006 sono andati alle autorità portuali quasi 86 milioni di euro, mentre altri 150 sono affluiti alle casse dello Stato. A cui si sommano Iva, accise, dazi di varia natura e altre imposte, tutte a favore dello Stato.
Una risorsa per il sistema economico nazionale, i porti soffrono però di gravi carenze infrastrutturali. Lo spiega bene Giuseppe Roma, direttore del Censis: “affinché l’Italia possa esercitare appieno il ruolo di piattaforma logistica dell’Europa centro-meridionale e la funzione di molo logistico naturale nel bacino del Mediterraneo si pone la necessità di attivare rapidamente adeguati investimenti e politiche nazionali perché i porti siano un fattore-chiave per il rilancio dell’economia nazionale”.