Fondi TPL: quanti autobus ecologici circolano oggi sulle strade italiane?
Autobus elettrici, treni a idrogeno, filobus ecologici: la mobilità sostenibile è un tema prioritario anche per l’agenda del nostro Paese.
Dall’ingresso del primo treno a idrogeno a Rovato agli ultimi due bus elettrici inaugurati nel lodigiano, l’Italia sta dimostrando continuità nel suo piano di mobilità green, con progetti realizzati mediante fondi e incentivi per la sostenibilità e altre agevolazioni complementari nel settore, riservate ad aziende pubbliche e privati.
Applicato al trasporto pubblico locale, l’attributo “verde” – che accompagna e qualifica questa tipologia di transizione – implica infatti un miglioramento del servizio TPL, che si traduce in un sistema di trasporti più accessibile, efficiente e sicuro, con particolare attenzione alle sue implicazioni dal punto di vista sociale e ambientale.
Approfondiamo la transizione verde sulle strade italiane: i progetti in corso, gli strumenti finanziari disponibili e, in generale, come si prospetta il futuro della mobilità per i pendolari del Paese.
Incentivi per la mobilità sostenibile: a che punto è l’Italia?
Sulla spinta degli obiettivi europei, negli ultimi anni l’Italia ha accelerato la promozione della mobilità sostenibile, sostituendo il vecchio parco diesel con nuovi mezzi avanzati, silenziosi, alimentati a elettricità o a idrogeno.
Una decina di anni fa il quadro era decisamente diverso.
La maggior parte degli autobus in circolazione era a diesel; con un’età media di circa 14 anni, ovvero il doppio del resto dell’Ue. Per avere un quadro più completo del parco autobus di quegli anni è sufficiente consultare una ricerca di Asstra e H2IT: a settembre 2022 l’Italia contava 43mila autobus circolanti, di cui l’87% ancora a gasolio. Gli autobus a metano e GPL erano pari a circa 3.880 unità, mentre i mezzi ibridi e a zero emissioni erano pari a 1.280 unità, pari a circa il 3%. Nonostante il rinnovo della flotta, inoltre, il 28% degli autobus era ancora ante Euro 4 (circa 12mila unità).
Oggi il panorama sulle strade italiane è cambiato e sta cambiando, soprattutto grazie alla crescente consapevolezza ambientale diffusa a livello globale ed europeo.
In linea con gli obiettivi di transizione verde europei, l’Italia sta infatti continuando a investire in nuovi progetti di decarbonizzazione per la mobilità urbana e regionale mediante l’acquisto di nuovi mezzi più sostenibili, con particolare attenzione alla sfera ambientale e sociale attraverso incentivi a sostegno dell’intermodalità e altri fondi per il rinnovo della flotta.
Tra gli strumenti finanziari a disposizione c’è il PNRR, con investimenti per la realizzazione di 3mila autobus, sia elettrici che a idrogeno, che le amministrazioni locali dovranno aver acquistato e messo in circolazione entro il 2026; termine ultimo che “deve restare fermo” anche con riferimento agli altri obiettivi del Recovery Plan, secondo le ultime dichiarazioni del ministro per gli affari europei, per il Sud, per le politiche di coesione e per il PNRR Tommaso Foti.
Della programmazione europea 2021-2027, ci sono ancora 3,7 miliardi di euro da investire in 242 interventi urgenti nei settori energia e sostenibilità. Tra questi 24 riguardano il settore trasporti e mobilità.
In generale, invece, i progetti di sviluppo sostenibile rappresenta il 54% del totale (2 miliardi), al secondo posto troviamo i trasporti e la mobilità con 836 milioni (23%), seguito da altri settori (tra tra il 10 e il 3%) e i progetti di Just Transition Fund per le aree di Taranto e del Sulcis (circa 20 milioni).
Con specifico riferimento alle regioni, la maggior parte degli investimenti per i trasporti sarà indirizzata alla Sicilia (508 milioni), Campania (135 milioni) e Toscana (111 milioni). La restante parte delle risorse saranno ripartite in progetti per il Molise (40 milioni), Puglia (16 milioni), Calabria (8 milioni), Veneto (5 milioni), Valle d’Aosta (4 milioni), Emilia Romagna (4 milioni), Piemonte (2 milioni) e Bolzano (1 milione).
Sul piano della mobilità ci sono anche i fondi del Next Generation Eu, che ampliano il tema della sostenibilità con progetti anche oltre lo specifico ambito del TPL, con finanziamenti a sostegno della promozione delle infrastrutture di ricarica per mezzi pesanti e autobus, come prevede ad esempio l’Alternative Fuel Infrastructure Facility (AFIF) e altri incentivi per favorire i percorsi di mobilità dolce (ciclopedonale in primis), monopattini condivisi (sharing) e le connessioni intermodali.
Quanti autobus ecologici circolano oggi sulle strade italiane?
Guardando ai nuovi dati messi a disposizione sul portale governativo Italia Domani i progetti di mobilità sostenibile che includono i piani relativi al trasporto pubblico locale e alla mobilità dolce comprendono una parte marginale degli investimenti previsti dal Recovery Plan italiano.
Nello specifico includono 618 iniziative, ovvero il 2 per mille dei 306.706 progetti previsti. Dal punto di vista dei finanziamenti, invece, non arrivano al 3% del totale con i loro 5,67 miliardi; investimenti particolarmente significativi soprattutto per le grandi città, da Bologna a Genova fino a Firenze e Milano, dove generalemente si investe di più.
Sul piano dell’attuazione, lo scenario è promettente: in Italia sono stati collaudati 111 progetti, cioè il 18% del totale per un valore di 1,32 miliardi (il 23,3%); altri 250 per 2,27 miliardi, invece, sono in fase di esecuzione.
Con riferimento alle tecnologie, invece, il diesel predomina oggi ancora il mercato dell’autobus italiano, ma gli e-bus stanno progressivamente guadagnando strada, come confermano gli ultimi dati ANFIA.
Il parco ha sfiorato le quasi 5mila unità, trainato dalla crescita dei bus urbani (+74%), con 2.440 unità immatricolate nel 2024 rispetto alle 1.403 nel 2023. Aumentano anche le immatricolazioni dei bus elettrici hanno registrato una crescita del 162% rispetto al 2023; uno scenario rassicurante per il futuro della mobilità sostenibile sul territorio nazionale.
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