#FORUMAutoMotive: la rivoluzione elettrica fatica a partire, boom di investimenti ma diffusione limitata
La rivoluzione elettrica fatica a partire. E’ quanto emerge dallo studio di AlixPartners presentato alla filiera della mobilità in occasione di #FORUMAutoMotive.
I risultati dello studio Global Automotive Outlook sono stati presentati da Dario Duse, Managing Director, nel corso della tradizionale tavola rotonda con la filiera della mobilità organizzata alla vigilia del forum.
Il dato più preoccupante riguarda la penetrazione delle vetture elettriche destinata per ora a rimanere limitata, a fronte di investimenti delle case automobilistiche sempre più consistenti raggiungendo globalmente la cifra di 225 miliardi di dollari nel 2023, con un’offerta di modelli in Europa che si amplierà passando dagli attuali 62 (ibridi plug-in ed elettrici) a più di 230. Nel frattempo, secondo la ricerca, l’industria investirà altri 48 miliardi di dollari tra oggi e il 2023 per lo sviluppo delle tecnologie dei veicoli autonomi.
Per quanto riguarda il mercato, lo studio prevede che le vendite di auto nel nostro Paese rimarranno sostanzialmente stabili intorno a 2,1 milioni di unità. E se nel 2018 il 51% delle auto vendute in Italia montavano motori diesel, già nei primi mesi del 2019 la quota del Diesel è scesa sotto al 45% a sostanziale vantaggio della motorizzazione a benzina. Nel 2025 il peso dei motori diesel sarà del 36%, in continua discesa (16% nel 2030) ma a vantaggio delle motorizzazioni ibride, mentre le vetture elettriche saranno pari all’8% delle nuove immatricolazioni.
La rivoluzione elettrica potrebbe produrre anche un potenziale calo del 20% dei ricavi per concessionarie e officine di autoriparazione. Il 35% della manutenzione programmata per i veicoli odierni (con motori diesel o a benzina) scomparirà nel medio e lungo termine con la progressiva elettrificazione del parco circolante.
Di questo passo sarà difficile raggiungere gli obiettivi di emissioni medie delle flotte imposti per il 2020 (95 gr CO2/km) e il 2025 (81 gr/km) con il risultato di incidere ulteriormente in maniera negativa sui profitti dell’industria a causa delle significative multe che potrebbero arrivare se non fossero rispettati i suddetti limiti.
“Obiettivi, a nostro avviso – commenta Duse -, estremamente ambiziosi rispetto al punto di partenza dei livelli medi di emissioni: oggi il livello medio in Europa è pari a 118 gr di CO2 per km, con una curva di diminuzione che è frenata anche dalla riduzione delle motorizzazioni Diesel. Gli obiettivi a 95 gr CO2 per km del 2020 e ancor di più gli 81 e 59 gr CO2 per km previsti per il 2025 e 2030 possono essere avvicinabili solo attraverso una forte discontinuità rispetto al passato, il che implica un aumento molto rilevante dei veicoli elettrificati che oggi hanno margini negativi o bassi”.
Lo studio sottolinea infine come l’industria automobilistica si appresti ad attraversare “un deserto del profitto” a causa degli investimenti per il passaggio all’elettrico e all’autonomo.
“Se da una parte – spiega Pierluigi Bonora, promotore di #FORUMAutoMotive – si cerca di accelerare sul fronte delle motorizzazioni elettriche, dall’altra si rischia di creare non pochi danni all’industria dell’auto. E a pagare il “deserto di profitti”, palesato dallo studio di AlixPartners, sono e saranno soprattutto i lavoratori. Le rivoluzioni si fanno, ma per gradi e soprattutto all’insegna della realizzabilità nei tempi indicati. L’industria è pronta ad affrontare la svolta, e lo dimostra nel concreto tutti i giorni aggiungendo sempre quel qualcosa in più, ma è il resto che procede al rallentatore, per vari motivi, nel recepire il cambiamento”.