I veicoli inquinanti non guideranno l’Italia fuori dalla crisi: appello di associazioni di medici e ambientalisti al Governo e al Parlamento
Un gruppo di associazioni per la tutela dell’ambiente e della salute, incluse Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia, Cittadinanzattiva, Cittadini per l’aria, European Public Health Alliance, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Legambiente, Transport & Environment, WWF Italia, ha rivolto un appello al Parlamento e al Governo a non investire più sulle auto a combustibili fossili. Sarebbe preferibile – argomentano le associazioni conseguentemente – promuovere una mobilità condivisa e sostenibile, con trasporti pubblici a zero emissioni e con una riallocazione degli spazi pubblici a favore dei ciclisti e dei pedoni.
Incoraggiare l’acquisto di modelli di motori a combustione interna favorisce tecnologie obsolete e inquinanti che sono dannose per la salute e il clima. Gli emendamenti al “Decreto Rilancio” per incentivare i programmi di rottamazione auto aggraveranno i problemi d’inquinamento e di salute pubblica in Italia.
A sostegno del loro appello, le associazioni sottolineano anche il ruolo svolto dal livello di inquinamento dell’aria nell’aggravare le conseguenze e le manifestazioni patologiche legate al Covid-19.
L’Italia è stata particolarmente colpita dalla pandemia Covid-19, e i pazienti con malattie croniche ne hanno sofferto di più. Le ricerche più recenti suggeriscono che l’elevato inquinamento dell’aria, soprattutto nella Pianura Padana, va considerato come un ulteriore co-fattore dell’alto livello di letalità registrato in quell’area. Il solo inquinamento da biossido di azoto (No2) è responsabile di oltre 14.000 morti ogni anno in Italia.
“L’inquinamento dell’aria ci fa ammalare e ha peggiorato la pandemia Covid-19 – ha spiegato Dario Caro, ricercatore del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Aarhus –. La nostra ricerca ha dimostrato che le persone che vivono nel Nord Italia con alti livelli di inquinanti sono più inclini a sviluppare patologie respiratorie croniche e sono più soggette a tutti gli agenti infettivi. Ma l’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico danneggia anche i giovani e le persone sane. Ridurre questo inquinamento letale e mettere l’economia su una via del recupero sostenibile è più importante che mai!”
Per ridurre il problema dell’inquinamento atmosferico legato ai trasporti – argomentano le associazioni – il numero di veicoli con motore a combustione, principale fonte di emissioni nelle città italiane, deve diminuire. Ciò significa incentivare automobili elettriche, che oltre a non nuocere alla salute, sono molto più rispettose dell’ambiente.
E ancora, l’appello si spinge oltre, chiedendo che nessun fondo pubblico venga stanziato a favore di veicoli diesel, a benzina o a gas, anche sotto forma di credito d’imposta. La richiesta, invece, è indirizzare gli stimoli di ripresa dell’industria alla produzione di veicoli elettrici e di batterie sostenibili (inclusa la filiera di recupero, riuso e riciclo) e allo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, modi veloci per creare anche posti di lavoro sostenibili.
In questo senso l’invito delle associazioni promotrici dell’appello è di utilizzare gli incentivi pubblici per favorire l’uso delle biciclette, comprese quelle elettriche, riducendo di conseguenza l’uso inquinante dell’auto e aumentando l’attività fisica. Lo stesso deve essere fatto per i pedoni, con aree pedonali, marciapiedi più larghi e senza barriere architettoniche alla mobilità.
Un approccio di questo genere permetterebbe tra gli altri aspetti di non tornare ai livelli pre-pandemici di inquinamento atmosferico.
In conclusione viene citato l’esempio virtuoso della Germania, che nel suo piano di rilancio nazionale ha limitato gli incentivi solo ai veicoli elettrici. L’Italia – concludono le associazioni – dovrebbe seguire questo esempio e decarbonizzare il settore dei trasporti. Questo è il momento di fare un passo avanti nella mobilità sostenibile.