Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione: trasporti momento fondamentale della vita collettiva
Si è tenuto oggi ‘Una proposta per l’organizzazione futura della scuola, della mobilità e degli orari delle città‘, il webinar organizzato da Federmobilità, l’associazione che riunisce le amministrazioni responsabili del governo della mobilità.
L’intervento del neoministro Patrizio Bianchi al webinar di Federmobilità
All’incontro è intervento anche il neoministro all’istruzione del Governo guidato da Mario Draghi, Patrizio Binachi, che ha sottolineato la centralità dei trasporti nella vita di tutti i giorni: “I trasporti non sono una parentesi muta nella vita di un ragazzo, una riga grigia tra un impegno e l’altro. Sono un momento importante, su cui noi stiamo lavorando. I trasporti non sono soltanto un atto dovuto e non sono neanche un accessorio. Sono un pezzo fondamentale della vita collettiva. Io nella mia vita ho fatto il pendolare per moltissimi anni, e so benissimo che sui treni, sulle corriere si creano delle piccole comunità di autoriconoscimento. Anche questa è scuola, anche questa è educazione. Anche questo è un momento importante per costruire la capacità fondamentale che è il vivere assieme”.
Trasporti e scuola: un binomio inscindibile
Anche Giuseppe Ruzziconi, presidente di Federmobilità ha insistito sull’intreccio trasporti-scuola: “Il Recovery Fund è la nostra grande occasione per il rilancio del sistema scuola che è fortemente connesso con quello dei trasporti. Grazie al Next Generation EU l’Italia ha ricevuto, complessivamente, oltre 210 miliardi di euro lungo un periodo di alcuni anni grazie ai quali sarà possibile, sviluppare le 6 macroaree per rilanciare il Paese: rivoluzione verde e transizione ecologica; coesione sociale; sanità; digitalizzazione e competitività culturale; mobilità sostenibile e infrastrutture; ricerca e istruzione”.
Arrigo Giana, direttore generale ATM Milano, ha invece cercato di fare il punto sull’offerta del trasporto pubblico locale durante un momento storico contrassegnato dalla pandemia: “Abbiamo patito molto gli effetti della pandemia, mantenendo e anche potenziando i servizi con riduzioni di passeggeri fino al 95%. Ma ancora oggi siano a meno del 50%. E non ci aspettiamo per 4/5 anni un ritorno ai livelli pre-covid. E gli studenti sono solo una parte dei passeggeri del trasporto pubblico locale. La nostra reputazione è stata massacrata. La scuola non è rimasta chiusa per i trasporti, ma perché è stato chiuso il Paese, o per lo meno si è adottata una grande prudenza. Anche la “storia” del mancato utilizzo di mezzi privati non ha avuto che utilizzi marginali. E rimane – conclude – il punto fondamentare: cambiare gli orari delle città”.
Giuseppe Catalano (MIT): bisogna investire di più sul Tpl
Al webinar è intervenuto anche Giuseppe Catalano, struttura tecnica di missione MIT che ha commentato “l’autonomia e il federalismo per scuole e TPL sono fatti compiuti, ed è un principio sacrosanto. Ma all’autonomia e alla differenziazione dei sistemi scolastici e di trasporto pubblico locale, deve corrispondere un Centro più forte, informato e ricco di dati, e un’amministrazione statale che sa gestire le differenziazioni e delimita i campi degli scostamenti accettabili, degli interventi solidaristici e sussidiari, e stabilisce anche i casi in cui è necessario intervenire con poteri sostitutivi”.
Catalano ha anche sostenuto che occorrono più soldi da destinare al Fondo nazionale per i trasporti pubblici locali. “Non esistono riforme o servizi migliori che si possono fornire a costo zero. Dopo la pandemia, avremo bisogno di più mobilità pubblica, non di meno. Il settore deve efficientarsi e aumentare i ricavi, ma nessun servizio di trasporto può reggersi solo con gli introiti della bigliettazione. E se vogliamo migliorare i servizi come è necessario dobbiamo investire di più”.