Trasporto pubblico: la Conferenza delle Regioni segnala al MIMS le priorità per il settore
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha inviato una sorta di “agenda” delle questioni aperte sul tema trasporto pubblico, al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini, in vista del confronto che si svolgerà nei prossimi mesi.
Nel documento si chiede di accelerare l’iter di approvazione dei decreti ancora in itinere e di erogare le risorse a valere sui decreti già approvati per sostenere il comparto.
I ricavi da traffico: il drammatico impatto della pandemia
La prima conseguenza della crisi sanitaria per il settore dei trasporti è stata l’improvviso crollo dell’utenza del TPL e conseguentemente degli introiti tariffari, sia durante il periodo di completo lockdown, sia nei mesi successivi. Ai minori introiti derivanti dalla minore domanda (smart working di parte dei dipendenti pubblici e privati, scuole chiuse e didattica a distanza, diffidenza verso il mezzo pubblico) si sono aggiunti gli effetti della riduzione del load factor e i costi per l’attuazione delle misure di prevenzione del contagio.
In base ai dati – parziali – dell’Osservatorio TPL e a stime delle aziende, le perdite ammontano a circa un miliardo e mezzo per il periodo 23 febbraio-31 dicembre 2020 e a circa 800 milioni di euro per il primo semestre 2021, senza considerare gli oneri derivanti dal rimborso dei titoli di viaggio non utilizzati, ancora non esattamente quantificati.
Il documento sottoposto al ministro precisa che l’unica soluzione possibile è la copertura statale dei mancati ricavi per coprire l’intero periodo dell’emergenza.
La riprogrammazione dei servizi
Al fine di riprogrammare i servizi di TPL in funzione della ripresa delle attività scolastiche e lavorative, nel rispetto degli attuali limiti alla capienza dei mezzi, il DPCM 3 dicembre 2020 ha previsto l’attivazione di tavoli di coordinamento, presieduti dai Prefetti, con la redazione finale di un documento operativo.
Le risorse stanziate per l’anno 2021 sono pari a 390 milioni di euro, utilizzabili per il finanziamento dei servizi che, nel periodo pre-Covid, hanno avuto una percentuale di riempimento maggiore di quella attualmente prevista (oggi il 50%).
Tale criterio ha creato difficoltà poiché in molti casi l’attivazione o programmazione di alcune linee si è resa necessaria per far fronte a rimodulazioni della domanda di trasporto. Nel documento sono state segnalate le difficoltà riscontrate nell’attivazione di alcuni servizi aggiuntivi.
Criticità relative al riempimento dei mezzi
Sul fronte capienza effettiva autobus è stato poi comunicato che la chiusura della porta anteriore e il mantenimento dell’impossibilità di utilizzare i posti più prossimi all’autista (sia a sedere che in piedi), hanno comportato un’ulteriore diminuzione dello spazio disponibile a bordo mezzo e la conseguente concentrazione dei viaggiatori in uno spazio più ridotto.
Il limite di riempimento massimo dei mezzi TPL è attualmente il 50% dei posti omologati, sia di quelli in piedi che a sedere. Per i bus turistici, omologati solo per i posti a sedere, il load factor è ancora più penalizzante: si chiede che il numero di posti utilizzabile sugli autobus turistici sia uguale al numero massimo di posti utilizzabili negli autobus di linea adibiti a TPL aventi analoghe caratteristiche strutturali.
Il Protocollo con le associazioni di categoria e le Linee guida per il TPL, allegati ai DPCM, hanno disposto alcune misure di sicurezza, tra cui la sospensione della bigliettazione e del controllo. Misure che però favoriscono il fenomeno dell’evasione tariffaria, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria delle aziende e impedendo di mantenere i ricavi compatibili con i viaggiatori.
Altre criticità segnalate riguardano la possibile estensione del calendario scolastico e la capienza dei mezzi per il trasporto turistico in vista del prossimo periodo che registrerà un probabile incremento degli spostamenti.