Italia-Turchia, scambi in crescita: intervista esclusiva con l’ambasciatore Ömer Gücük
Con uno scenario economico dinamico, settori storici forti e ben avviati come il manifatturiero affiancati da realtà più innovative legate al mondo dell’automotive e alla digitalizzazione in robusto sviluppo, la Turchia è oggi un centro strategico per gli investitori.
Le relazioni diplomatiche con l’Italia hanno una storia lunga oltre 150 anni: quelle socio-culturali hanno radici che affondano nei secoli e che risalgono fino alla fondazione di Costantinopoli nell’anno 330. Rapporti di lunga data, quindi, che vedono oggi lo sviluppo di vivaci legami economici testimoniati dal fatto che l’Italia è uno dei principali partner commerciali e industriali della Turchia.
Oggi, infatti, l’Italia è tra i primi investitori in Turchia: già nel 2018 gli investimenti diretti avevano raggiunto i 523 milioni di euro mentre l’interscambio commerciale ammontava a circa 18 miliardi di dollari, pari a 15 miliardi di euro.
Importanti imprese di costruzioni italiane sono impegnate nella realizzazione di infrastrutture fondamentali come il nuovo ponte sul Bosforo e la metropolitana di Ankara, ma la presenza italiana si sta sviluppando anche e soprattutto nel settore energetico.
“La Turchia ha profondi legami economici e commerciali con l’Italia. Il volume degli scambi tra Turchia e Italia è molto stabile ed equilibrato”, ha spiegato l’ambasciatore della Turchia in Italia, Ömer Gücük, in un’intervista esclusiva per Trasporti-Italia.
Gli scambi Italia-Turchia superano i livelli pre-pandemia
Quali sono i settori maggiormente interessati dagli investimenti italiani in Turchia?
“Sebbene nel 2020 abbiamo assistito a una diminuzione del nostro commercio bilaterale principalmente a causa degli effetti della pandemia, stiamo assistendo a una forte ripresa del nostro volume di scambi bilaterali nel 2021. Nei primi 8 mesi del 2021, infatti, l’export della Turchia verso l’Italia è aumentato del 49,7% superando i 7 miliardi di dollari. In questo periodo le importazioni della Turchia dall’Italia sono aumentate del 37,4% superando i 7,4 miliardi di dollari. Di conseguenza, il volume totale degli scambi tra i nostri paesi ha quasi raggiunto i 15 miliardi di dollari in questi primi otto mesi.
Con questi numeri, siamo lieti di osservare che abbiamo superato i livelli pre-pandemia. Speriamo di raggiungere il livello obbiettivo di volume degli scambi bilaterali di 30 miliardi di dollari nel prossimo futuro. Considerando le potenzialità e le capacità economiche innovative delle nostre rispettive società, credo fermamente che questo obiettivo sia raggiungibile. Le nostre solide relazioni economiche si manifestano anche negli investimenti bilaterali.
Sono più di 1.500 le aziende italiane che operano in Turchia. Secondo i nostri dati, dal 2002, il numero di investimenti di origine italiana nel nostro Paese ha raggiunto i 4,5 miliardi di dollari. L’Italia è stata l’investitore numero uno in Turchia nel 2020 con 977 milioni di dollari. Questo è sicuramente indice di fiducia nel mercato turco. Come si può capire da questo spettro diversificato, le aziende italiane in Turchia operano in una vasta gamma di settori, dall’energia alla finanza, dall’automotive all’agroalimentare e al settore farmaceutico. Tra il 2002 e il 2020, l’Italia è il 9° Paese dell’UE ad aver investito in Turchia. Nello stesso periodo, l’Italia è il 4° Paese tra i Paesi UE per numero di società che hanno investito in Turchia. Sicuramente queste cifre non rispecchiano le reali potenzialità dei nostri Paesi e continueremo a lavorare per cogliere ogni opportunità al fine di agevolare e sostenere iniziative di investimento”.
Profonde riforme nell’ultimo decennio
Dal punto di vista economico, quali sono le principali attrattive che l’Italia può offrire alle aziende turche e viceversa?
“La Turchia, con la sua economia in crescita, la demografia favorevole, la manodopera qualificata e competitiva, gli ampi incentivi e un clima di investimento liberale, è un centro strategico per gli investitori. Al fine di attrarre più investimenti, continuiamo a migliorare e rafforzare il nostro ambiente aziendale.
La forza lavoro complessiva della Turchia è di circa 32,7 milioni di persone, il che rende il paese la terza forza lavoro in Europa. Una rapida espansione del numero di università ha contribuito a dare alla Turchia più laureati, consentendo alla Turchia di trasformare la sua popolazione giovane e la grande forza lavoro in una forza lavoro qualificata. Attualmente più di 6,7 milioni di studenti sono iscritti agli istituti di istruzione superiore.
La Turchia ha fatto profonde riforme nell’ultimo decennio. Le procedure per la costituzione di una società sono già state semplificate con la Nuova Legge sugli Investimenti e con la Legge del Lavoro nel 2001. La Legge Bancaria è stata rinnovata nel 2004 e la Legge sulle Assicurazioni nel 2006. Nel 2008 sono stati aggiornati gli incentivi agli investimenti e nel 2011 con la Legge sul Capital Markets Board, il divieto agli stranieri di acquistare immobili in Turchia è stato revocato.
E’ stato istituito nel 2013 l’Istanbul Arbitration Center. Soprattutto nel 2016, è stata lanciata l’iniziativa orientata alla tecnologia ed è stato approvato il pacchetto di riforma Ease on Doing Business. Il secondo aggiornamento dello stesso pacchetto è stato approvato nel 2020. Come risultato degli sforzi per facilitare le attività economiche, la Turchia è salita di 27 posizioni negli ultimi due anni nell’indice Ease of Doing Business della Banca mondiale e si è classificata al 33° posto. Questo è uno dei motivi principali per cui molte aziende multinazionali hanno scelto la Turchia come hub regionale strategico per le loro operazioni.
La Turkish Airlines ha collegato gli imprenditori a 323 destinazioni in 127 paesi. Secondo i dati diffusi dal FMI, la Turchia è l’undicesima economia in termini di PIL al PPP. La Turchia ha realizzato una crescita media annua del 5,5 percento nel periodo 2002-2020. Nel 2021, secondo le stime del FMI, l’economia turca crescerà del 5,8 per cento. Infatti, nel secondo trimestre del 2021, la Turchia è riuscita a crescere del 21,7% su base annua. Con questo forte ambiente di investimento, la Turchia offre una grande quantità di opportunità di investimento e incentivi per coloro che sono interessati ad entrare nei mercati turchi. Abbiamo molte storie di successo sia in Turchia che in progetti di investimento congiunto in paesi terzi con aziende italiane. Credo che questa tendenza continuerà a crescere esponenzialmente con le nuove tecnologie che stanno entrando nelle nostre vite”.
Automotive, Turchia 14° produttore al mondo e il 4° in Europa
Quali sono i settori emergenti in Turchia con il maggior potenziale di crescita?
“La Turchia offre abbondanti opportunità in una grande varietà di settori come quello automobilistico, meccanico, aerospaziale, della difesa, dell’energia, dell’agroalimentare, delle infrastrutture e della finanza. Uno dei settori più avanzati della Turchia è quello delle automotive. La Turchia è il 14° produttore al mondo e il 4° in Europa. Con un valore di mercato di 13 miliardi di dollari e con oltre 26 miliardi di dollari di export, l’industria automobilistica turca offre importanti opportunità per gli investitori. I maggiori produttori automobilistici del mondo operano in Turchia da decenni ed esportano dalla Turchia nel mondo. Guardando ai settori dei macchinari e delle apparecchiature elettriche, è interessante notare che la Turchia è il più grande produttore di TV ed elettrodomestici in Europa. Le esportazioni turche in questo settore arrivano a 28 miliardi di dollari e il valore di mercato supera i 34 miliardi di dollari. L’aumento del numero di consumatori e della domanda di questi prodotti offre ogni anno un mercato ancora più ampio. Anche l’industria turca della difesa e aerospaziale sta assistendo a una profonda trasformazione. La Turchia ha una delle industrie aerospaziali e della difesa in più rapida crescita al mondo. Con le loro risorse umane qualificate e le infrastrutture tecnologiche all’avanguardia, anche la spesa per la difesa è in aumento. Nel 2019 la spesa totale è stata di 20 miliardi di dollari (16° nel mondo). Il numero di passeggeri delle compagnie aeree è aumentato da 34 milioni nel 2004 a 208,9 milioni nel 2019, inclusi 108,4 milioni di passeggeri internazionali. È interessante notare che le industrie farmaceutiche e biotecnologiche turche hanno sperimentato un gran numero di progetti IDE negli ultimi 15 anni. Tali compagnie anno investito in Turchia per 725 milioni di dollari. L’economia turca offre opportunità di investimento redditizie in infrastrutture, tra cui quelle per i trasporti, per l’assistenza sanitaria e per l’energia. Secondo la Banca Mondiale, la Turchia è al terzo posto a livello mondiale nei progetti di partenariato pubblico-privato (PPP), con un valore contrattuale totale di 165 miliardi di dollari dal 1990 al 2015. Con un track record di successo di oltre 220 attuazioni di PPP in un portafoglio diversificato di asset, la Turchia è stata in grado di realizzare circa l’80% di questi progetti nell’ultimo decennio. Il crescente volume del commercio internazionale e la posizione strategica della Turchia costringono il paese a sviluppare le sue infrastrutture. Dai trasporti all’assistenza sanitaria e all’energia, in Turchia sono disponibili ampie opportunità, dai mega ai micro progetti. La Turchia fornisce varie forme di sostegno e incentivi per contribuire agli investimenti in vari settori”.
La road map della Turchia per l’intelligenza artificiale
Un settore in crescita a cui il governo turco sta prestando molta attenzione è la digitalizzazione: da questo punto di vista, che tipo di interscambio può essere attuato tra i due Paesi?
“Con la circolare presidenziale sulla strategia nazionale per l’intelligenza artificiale per il 2021-2025, è stata tracciata la road map della Turchia per l’intelligenza artificiale. La road map è coordinata dall’Ufficio della Presidenza per la Trasformazione Digitale e dal Ministero dell’Industria e della Tecnologia. Le nostre priorità nella digitalizzazione sono determinate nell’ambito delle visioni “Digital Turkey” e “National Technology Move“.
Si prevede che il mercato raddoppierà nei prossimi cinque anni le spese globali per l’IA, che ammontano a circa 50 miliardi di dollari.
Circa la metà delle iniziative di intelligenza artificiale in Turchia si trova in parchi tecnologici, il 73% dei quali si trova a Istanbul. Questi tecno-parchi ospitano migliaia di start-up e più di 50.000 dipendenti. Stiamo lavorando con i centri di ricerca delle università e dei settori privati in questi tecnoparchi.
Con il National Technology Move miriamo a sviluppare la capacità umana e infrastrutturale della Turchia e a produrre internamente prodotti high-tech. La mossa ha l’obiettivo di rafforzare l’indipendenza economica e tecnologica nelle tecnologie critiche e di aggiungere valore all’umanità con il nostro contributo.
La strategia IDE della Turchia (2021-2023) contiene anche il supporto al progresso tecnologico e alla trasformazione digitale. Dal lato del business, per attirare IDE, il nostro Ufficio Investimenti della Presidenza sta lavorando per adeguare le attività con la trasformazione digitale nel Mondo e anche in Italia.
Ad esempio, quest’anno il nostro Ufficio Investimenti ha tenuto un evento di digitalizzazione con le start-up italiane in cui le aziende italiane hanno discusso della loro collaborazione con le aziende turche.
C’è ancora una vasta area da esplorare per favorire l’accesso ai nuovi mercati attraverso partnership strategiche e interazioni per lo sviluppo reciproco del business tra aziende turche e italiane. Continueremo a sostenere le loro attività”.
Cresce la presenza italiana anche nel settore delle infrastrutture e dell’energia, quali sono le nuove opportunità più interessanti per il nostro Paese?
“L’economia in via di sviluppo della Turchia offre opportunità di investimento redditizie in infrastrutture in un’ampia varietà di settori, tra cui i trasporti, la sanità e l’energia.
La domanda di energia e risorse naturali è aumentata a causa della crescita economica e demografica in Turchia. Poiché dipendiamo fortemente dall’importazione di energia, sono stati fissati obiettivi specifici per diversificare il mix energetico e utilizzare le risorse locali per ridurre la dipendenza dalle importazioni. Ecco perché diamo la priorità allo sviluppo economico sostenibile con un’enfasi specifica sull’utilizzo di risorse nazionali e rinnovabili e sullo sviluppo di capacità produttive locali per le tecnologie energetiche pulite. Alla fine del 2020, le risorse idroelettriche, eoliche e solari costituiscono la stragrande maggioranza delle risorse energetiche rinnovabili del paese, pari rispettivamente a 30,9 GW, 8,8 GW e 6,7 GW della capacità totale installata”.
Sempre nel campo dell’energia, la Turchia sta crescendo anche nel settore delle energie rinnovabili, come testimonia la recente pubblicazione dei bandi Yeka per nuovi impianti eolici e solari. Le aziende italiane si stanno attivando per cogliere queste opportunità? Come?
“Nell’ultimo decennio, il potenziale della Turchia nelle fonti di energia rinnovabile e la pressione della dipendenza dalle importazioni hanno portato a un cambiamento sostanziale nel suo panorama energetico in favore delle crescenti energie rinnovabili. Oggi la Turchia è al 5° posto in Europa e al 12° nel mondo per capacità installata di energia rinnovabile. La quota delle rinnovabili sulla capacità installata ha superato il 52%.
Attraverso quello che chiamiamo il modello REZ (Renewable Energy Zones), la Turchia è riuscita ad attirare l’attenzione delle principali aziende RE sul mercato. Abbiamo avviato questo modello nel 2017 e siamo riusciti a ottenere importanti investimenti.
Abbiamo tenuto l’ultima gara solare REZ composta da 10-20 MW di capacità (1 GW in totale) e i contratti sono stati firmati con i vincitori. Finora, in quattro aste separate, è stata assegnata una capacità totale di 4 GW per le tecnologie eoliche e solari (2.000 MW eolici onshore e 2.000 MW solari).
Nell’ambito del modello REZ, abbiamo attribuito particolare importanza al mantenimento dei progetti esistenti e al lancio di nuovi per rilanciare l’economia e aumentare l’occupazione. Abbiamo in programma di aumentare gli investimenti nel settore e aggiungere 1 GW di energia solare e 1 GW di energia eolica al nostro sistema energetico ogni anno nel prossimo decennio. Con tale strategia in mente, il 29 maggio 2021 è stato annunciato il nuovo eolico onshore YEKA da 2.000 MW (YEKA RES-3). Poiché l’interesse delle aziende europee cresce ogni giorno verso il settore delle energie rinnovabili turco, incoraggiamo e diamo il benvenuto alle aziende italiane per partecipare alle gare REZ”.