Bio-Gnl strategico per la decarbonizzazione dei trasporti: presentati a Ecomondo i risultati di uno studio Cnr promosso da Iveco
“Lo sviluppo del biometano liquefatto rappresenta oggi l’unica alternativa all’utilizzo dei carburanti fossili immediatamente disponibile nel comparto del trasporto pesante di difficile elettrificazione. Le nostre aziende agricole sono pronte a contribuire alla transizione ecologica del settore della mobilità attraverso la produzione di un biometano prodotto a partire da sottoproduzioni agricole 100% made in Italy e sostenibili”. Così Lorenzo Maggioni, responsabile Ricerca e Sviluppo del Cib – Consorzio Italiano Biogas nel suo intervento nel corso del convegno “Viaggiare diminuendo la CO2. Un paradosso possibile” organizzato da Cib – Consorzio Italiano Biogas e Iveco durante la Fiera Ecomondo di Rimini.
Al centro dell’incontro il ruolo strategico importante che il biometano liquefatto (bioLng) può avere nel processo di decarbonizzazione dei trasporti, in particolare quello pesante, e nell’abbattimento delle emissioni di gas serra aprendo la strada per il raggiungimento degli obiettivi dell’Unione Europea di emissioni ridotte del 55% entro il 2030 per arrivare a emissioni zero entro il 2050.
Presentato uno studio del Cnr sulle emissioni dal comparto dei trasporti
Il convegno è stato anche l’occasione per presentare lo “Studio delle emissioni di gas serra e di biossido di azoto in atmosfera dal comparto dei trasporti con alimentazione a gasolio, a metano e a biometano liquefatto”, realizzato dall’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (IIA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-IIA), promosso da CIB e Iveco.
“Lo studio valuta l’impatto ambientale di differenti combustibili impiegati nel settore dell’autotrazione, con particolare focus sul biometano di cui è stato analizzato il diverso mix di biomasse utilizzate per l’alimentazione del digestore anaerobico – ha spiegato Valerio Paolini, ricercatore del Cnr –. Il bioGnl risulta particolarmente vantaggioso e il beneficio del suo impiego aumenta all’aumentare della percentuale di effluenti zootecnici. Dallo studio emerge inoltre come sia possibile ottenere addirittura emissioni negative qualora l’impegno effluenti zootecnici sia superiore al 60% del mix di biomasse e un recupero della CO2 dell’upgrading per uso alimentare”.
Lo studio, che prende come contesto di riferimento il mercato italiano, tra i primi in Europa per numero di veicoli alimentati a metano e per la presenza di stazioni di rifornimento di Gnc e Gnl, analizza 11 scenari diversi, differenziati per materia prima per la produzione di biogas e per la presenza o meno di cattura della CO2 durante il processo di upgrading.
I risultati ottenuti dimostrano che nel settore della mobilità, il bioGnl permette la riduzione delle emissioni di gas serra fino al 121,6% rispetto all’impiego di gasolio e una diminuzione del 65% di biossido di azoto.
Per misurare le emissioni di CO2 e confrontare l’efficienza delle diverse soluzioni, lo studio di Cnr ha adottato un approccio well-to-wheels (“dal pozzo alla ruota”) tracciando l’iter del biocarburante lungo tutta la filiera dalla produzione all’utilizzo.
“Il biometano è una risorsa tecnologicamente matura che costituisce un vantaggio ineguagliabile con le altre tecnologie sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista economico – ha dichiarato Fabrizio Buffa, Italy Market Alternative Propulsions Manager di Iveco –. Inoltre, non necessita di adeguamenti ai veicoli né investimenti nella rete di distribuzione. Per combattere la crisi climatica serve una risposta concreta e immediata. In questo contesto, il biometano rappresenta la soluzione del presente per il futuro del nostro pianeta”.