Focus Anfia automotive: import ed export in crescita per autoveicoli e componenti
I dati del trade di autoveicoli e componenti a settembre e nei primi 9 mesi del 2021 è al centro del nuovo focus di approfondimento realizzato dall’Area Studi e Statistiche ANFIA.
I dati dell’import e dell’export per gli autoveicoli
A gennaio-settembre 2021 l’import, in valore, di autoveicoli nuovi verso l’Italia risulta in crescita (+24,1% rispetto a gennaio/settembre 2020) grazie all’aumento delle importazioni di nuove autovetture, +21,3%, mentre, per i veicoli industriali, si registra un aumento maggiore, +42,3%.
L’export, in valore, risulta in crescita del 24,4% grazie all’aumento, in valore, sia delle autovetture esportate (+18,7%), che dei veicoli industriali esportati (+42,2%). Il saldo è negativo per 6,9 miliardi di euro per le autovetture e positivo per 549 milioni per i veicoli industriali. Mentre l’import di autoveicoli ha origine quasi totalmente da Paesi europei (il 92,1% del valore totale importato), l’export con destinazione Europa rappresenta, nei primi nove mesi del 2021, il 66% del totale, con USA, Cina e Giappone a costituire i primi tre mercati extraeuropei.
I numeri del comparto della componentistica
Sempre tra gennaio e settembre 2021, sono in crescita anche import ed export del comparto della componentistica: l’import per un valore del 29,6% superiore a quello dello stesso periodo del 2020 e l’export per un valore superiore del 24,9%, con un saldo positivo di 4,4 miliardi di euro (era 3,8 miliardi a gennaio/settembre 2020).
L’Europa rappresenta il 76,2% del valore dell’import ed il 76,3% del valore dell’export. Al di fuori del continente europeo, la prima macroarea di origine è l’Asia, da cui l’Italia importa il 15,3% del valore di parti e componenti, mentre la prima macroarea di destinazione dell’export è il Nord America, che vale l’11,1% del totale.
Autoveicoli nuovi e componenti, da inizio anno, insieme, generano importazioni che valgono l’8,1% del totale dell’import dell’industria (8,3% al netto dell’energia) e l’8,5% dell’export (9,5% al netto dell’energia).