Il rientro di Phobos Grunt: un grosso impegno per Eurocontrol
Il rientro sulla Terra del satellite russo Phobos Grunt ha rappresentato un grosso impegno per il Network Management Directorate dell’Organizzazione europea della sicurezza aerea- Eurocontrol che ha tenuto costantemente sotto controllo il possibile ingresso incontrollato dello stesso satellite nell’affollato spazio aereo europeo. Phobos Grunt, un satellite destinato a raccogliere campioni del suolo di Phobos, una delle lune di Marte, lanciato il 9 novembre dell’anno scorso, ha fallito l’uscita dall’orbita terrestre e l’agenzia spaziale russa Roskosmos ha allertato della sua caduta sulla superficie terrestre fra il 14 ed il 16 gennaio. Tuttavia era impossibile prevedere con esattezza data e localizzazione del rientro causa i molti fattori in gioco, dall’attività solare all’orientamento del veicolo spaziale. A metà della finestra di rientro il Network Management Operations Centre di Eurocontrol, riferisce la stessa Organizzazione europea, riceveva dalle autorità russe un Notam internazionale (Notice to Airmen) che chiedeva agli Stati europei di chiudere i loro spazi aerei per un periodo di due ore. Il Directorate Network Management, messo in stato di allerta, ha seguito l’evolversi degli eventi e studiato il possibile impatto del rientro incontrollato del satellite avviando nello stesso tempo un processo di coordinamento con diversi degli Stati che avevano considerato la chiusura dei rispettivi spazi aerei. Dopo una teleconferenza organizzata dall’Eurocontrol Network Manager per i provider di servizi della navigazione aerea (ANSP) e per gli operatori, nella quale, insieme alla richiesta russa, sono state fornite le ultime informazioni, compreso l’accesso al sito web per seguire il satellite in tempo reale, diversi ANSP hanno emanato un Notam avvertendo gli operatori dei rischi potenziali, ma, data l’incertezza sull’area del rientro, non sono state proposte altre soluzioni. “Una cosa è certa –ha sottolineato Eurocontrol il 18 gennaio – il Network Manager è stato al suo posto con uno stretto controllo della situazione tenendosi pronto ad attuare un’azione immediata se gli eventi l’avessero resa necessaria”. In ogni caso sono state evitate soluzioni drastiche quali la messa a terra anticipata degli aeromobili, il che avrebbe comportato costi giganteschi, e la chiusura degli spazi aerei. Ma, come auspicato, il satellite si è inabissato nell’Oceano Pacifico bene al largo dalla costa del Cile.