Metano: prezzi alla pompa +120%, le associazioni della filiera chiedono la riduzione dell’Iva dal 22 al 5%
Assogasmetano, Assopetroli-Assoenergia e Federmetano chiedono un sostegno alle istituzioni per attutire l’impatto dell’impennata del prezzo del gas naturale. La richiesta è stata avanzata questa mattina nel corso di una conferenza stampa.
Da tempo le associazioni avevano lanciato l’allarme per i rialzi che si sono abbattuti sul settore del metano, una situazione che si è acuita dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina.
La filiera del metano per autotrazione conta in Italia circa 20.000 addetti, oltre 1.500 punti vendita, 1.100.000 famiglie a basso-medio reddito, autotrasportatori e aziende di trasporto pubblico locale che hanno scelto il metano per la loro mobilità per l’economicità e i vantaggi ecologici del gas naturale, e ben un 30% di biometano, gas combustibile di cui l’Italia è terzo produttore al mondo.
Le associazioni chiedono interventi mirati che consentano una diminuzione dei prezzi di vendita del carburante al pubblico, in particolare una riduzione dell’Iva dal 22% al 5% (già accordata per gli usi civili e industriali), cui si aggiunge l’estensione del credito d’imposta per gli autotrasportatori anche al Cng.
Infine, l’ultimatum: “Nel caso in cui nel prossimo provvedimento utile dovessero essere nuovamente ignorate le istanze presentate, il settore andrà in sciopero il 4, 5, 6 maggio 2022″.
I provvedimenti richiesti, hanno aggiunto le associazioni, si rendono “indispensabili a fronte dell’impatto negativo che la crisi attuale sta avendo sul perseguimento degli obiettivi che il settore si è dato, relativi all’aumento del parco circolante a metano, a un ulteriore sviluppo della rete di stazioni di rifornimento, alla diffusione del self-service e al potenziamento delle infrastrutture per il metano liquefatto (lng) nell’Italia meridionale“.
Prezzi alla pompa in crescita del 120% contro il +30% della benzina
“Da luglio del 2021 il Governo è andato in aiuto dei consumatori di energia, ma gli unici rimasti fuori sono quelli del settore metano auto, circa un milione di automobilisti ha visto i prezzi alla pompa salire del 120%, contro il più 30% della benzina”, ha sottolineato Davide Tabarelli, fondatore e presidente di NE Nomisma Energia: “L’IVA sul gas riscaldamento, lo stesso che va nelle macchine, è stata ridotta dal 22 al 5%, invece, quella sul gas per autotrazione è rimasta invariata al 22%. La riduzione delle tasse sulla benzina di 30 centesimi al litro ha aggravato la disparità a danno del metano auto. Il più che raddoppio dei prezzi alla pompa del gas auto ha originato un simile aumento delle entrate per lo Stato da IVA, da 200 a circa 400 milioni di € su base annuale. Si impone quanto meno una restituzione di una parte della tassazione attraverso una riduzione dell’IVA al 5% come accaduto per il gas riscaldamento per coerenza nelle politiche di tutela delle parti più colpite dalla crisi energetica”.
Dante Natali, presidente di Federmetano, ha ricordato che il metano è il solo a vantare una sostituzione della componente fossile con una di origine bio – dunque 100% rinnovabile – in una percentuale già oggi significativa: “Sostituzione che in pochi anni potrebbe essere totale, rispondendo anche alla necessità di limitare la nostra eccessiva dipendenza energetica dall’estero. Confidiamo nell’intervento del Governo, al fine di evitare il fallimento economico di un settore e quello ecologico del Paese”.