La nautica da diporto tra innovazione e sostenibilità: inaugurato il 62° Salone Internazionale di Genova
La tradizionale cerimonia dell’alzabandiera presso la Terrazza del Padiglione Blu, con lo spettacolare passaggio del Caio Duilio, cacciatorpediniere della Marina Militare, ha aperto questa mattina il 62° Salone Internazionale di Genova, alla presenza del sindaco di Genova Marco Bucci e del ministro del Turismo Massimo Garavaglia.
A inaugurare l’edizione di quest’anno il Convegno “Industria nautica: crescere in Italia, conquistare il mondo” per tracciare da Genova la rotta di eccellenza, innovazione e sostenibilità per il made in Italy di una industria, quella nautica, tra quelle che meglio ha reagito alle criticità internazionali.
Dopo l’apertura di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria e di Saverio Cecchi, presidente di Confindustria Nautica e I Saloni Nautici, sono intervenuti, tra gli altri, Carlo Maria Ferro, presidente ICE Agenzia, Marcello Minenna, direttore generale Agenzia delle Dogane e Monopoli. Le conclusioni sono state affidate a Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, e a Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili.
In particolare nel suo intervento il ministro Giovannini ha sottolineato l’impegno che il Dicastero ha riservato alla nautica da diporto, settore che può e deve contribuire alla transizione ecologica del sistema dei trasporti e “avere un effetto volano straordinario per quel cambio di mentalità senza il quale il nostro meraviglioso mare non sarà più tale”.
Come gli altri settori economici, ha spiegato il Ministro, lo sviluppo della nautica deve seguire “la transizione ecologica, che è una straordinaria opportunità di business per le imprese, in primo luogo, e quindi per il Paese. Basta vedere le novità che vengono presentate a questo Salone per rendersi conto che il settore abbia capito perfettamente che la domanda va verso quella prospettiva. E, per dirla con una battuta, quando ci sarà il primo yacht completamente carbon free, tutti gli altri lo vorranno”.
Sviluppo della nautica e potenziamento dei porti
Giovannini ha anticipato che il Regolamento per la nautica da diporto, atteso da molto tempo, è pronto e sta per essere trasmesso agli altri ministeri di riferimento. Il Ministro ha precisato che il lavoro è stato più difficile del previsto, a testimonianza della grande attenzione posta al settore durante l’anno e mezzo di governo. Ad esempio attraverso il grande impegno per l’attuazione di provvedimenti e riforme, anche varate precedentemente, che hanno contribuito a rafforzare il Paese rendendolo più resiliente.
Il Ministro ha proseguito sottolineando lo stretto rapporto tra lo sviluppo della nautica e il potenziamento dei porti.
“La pianificazione dei porti, benché prevista da anni, di fatto non veniva realizzata perché i conflitti tra le istituzioni, le Autorità di sistema portuale, i Comuni, le Regioni, bloccavano il processo. Per mettere mano a questa situazione – ha spiegato il Ministro – abbiamo realizzato una riforma molto importante ed efficace. Non è un caso che negli ultimi sei mesi quattro piani per lo sviluppo dei porti sono stati preparati e realizzati”.
Un altro elemento fondamentale è rappresentato dalla pianificazione dello spazio marittimo. “Nell’ultimo anno abbiamo dato un’accelerazione straordinaria e elaborato documenti sui quali ora è aperta la consultazione pubblica. Lasceremo al prossimo governo un documento di pianificazione a medio e lungo termine dello spazio marittimo che consentirà di individuare, ad esempio, dove si potranno realizzare parchi eolici off shore, aree dedicate alla pesca, aree dedicate al diporto”.
Il Ministro ha quindi annunciato che il 3 ottobre sarà presentato un volume con i rendering dei progetti sviluppati dalle Autorità di sistema portuale in tutta Italia. “Sarà utile per avere un’idea di come la portualità cambierà nei prossimi anni, per favorire lo sviluppo della nautica più sostenibile, che questo salone dimostra essere già una realtà, e per intensificare la relazione con i retroporti e le città”.
Il Ministro Giovannini ha spiegato infine di non credere nell’utilità dell’istituzione di un ministero del mare, perché “l’economia del mare deve essere coniugata con l’economia di terra”.