Accordo Ue target emissioni: Anfia, necessario accelerare la transizione produttiva
La filiera automotive italiana e l’intero sistema Paese è ora di fronte alla necessità di effettuare un rapido cambio di passo. La riflessione arriva dall’Anfia all’indomani dell’accordo raggiunto tra le istituzioni europee sui nuovi target di emissioni di CO2 (qui l’articolo) di auto e veicoli commerciali leggeri al 2035, prima intesa del pacchetto normativo Fit for 55.
“Chiediamo al governo di riprendere al più presto il confronto con la filiera automotive per identificare ulteriori strumenti volti ad ampliare le possibilità delle imprese di avviare investimenti e riconversioni produttive, negoziando nuovi strumenti a Bruxelles, se necessario, perché in particolare il quantum minimo dei contratti di sviluppo rischia di escludere dal sostegno pubblico molte PMI, cuore del tessuto industriale del nostro Paese”, ha scritto l’associazione in una nota.
Le priorità: fonti rinnovabili e attività per la filiera delle batterie per veicoli elettrici
A livello europeo, spiegano dall’associazione, sono prioritarie l’attuazione di una politica energetica che permetta di generare energia elettrica al 100% da fonti rinnovabili entro il 2035 e la definizione di un piano strategico per la localizzazione in Europa le attività della filiera delle batterie per veicoli elettrici a monte delle gigafactory, come il trattamento termico e chimico dei precursori per trasformarli in catodi/anodi. L’Anfia spiega infatti che ad oggi si tratta di una prerogativa quasi unicamente cinese, fattore che porterebbe l’Europa a una svantaggiosa dipendenza dalla Cina, già leader nell’estrazione dei metalli e nella loro raffinazione.
Parallelamente il settore necessita di uno sviluppo infrastrutturale, con target vincolanti per i singoli Stati membri, altra fondamentale condizione da realizzare per garantire ai consumatori la fruibilità insieme all’accessibilità economica dei veicoli a zero emissioni.