Autotrasporto Veneto, la denuncia della Filt Cgil
Una durissima lettera di denuncia al ministro Fornero sullle drammatiche condizioni dell’autotrasporto nelle regioni di confine, in particolare in Veneto, viene dalla Filt Cgil del Veneto.
“Egregio Ministro – si legge nella lunga missiva piena anche di esempi concreti di violazione delle regole contrattuali e di cabotaggio selvaggio – se non si interviene stroncando subito il malaffare e il tanto marcio presente nell’autotrasporto, riformando il settore, potenziando i controlli, favorendo la crescita dimensionale delle imprese, rafforzando l’intermodalità, svolgendo una efficacia azione di contrasto al dumping sociale e contrattuale, introducendo il registro internazionale dell’autotrasporto sul modello dell’armamento marittimo, assumendo una condotta che accompagni le liberalizzazioni con regole chiare ed efficaci, siamo convinti che il futuro dell’autotrasporto nazionale sia segnato”. E’ il forte grido d’allarme sindacale.
La Filt Cgil poi spiega: “Nella nostra Regione stanno chiudendo oltre un migliaio di aziende all’anno dal 2008, con una particolare intensificazione in questi ultimi mesi. Le aziende che stanno saltando sono le aziende più strutturate, con centinaia di camion e conducenti ‘indigeni’ che non reggono sul mercato la concorrenza sempre più agguerrita di tariffe basse, dovute alla crisi all’eccesso di offerta di trasporto, ma soprattutto a pratiche sleali verso il sistema di costi e regole italiane”.
Il sindacato teme che “se non si interviene con tempestività alla fine resterà in pochi anni un deserto privo di regole e di lavoro (oggi nell’autotrasporto veneto operano più di 30.000 conducenti di mezzi sopra le 3,5 tonnellate). Infine crescita e sviluppo così mal regolati sarà il viatico per una ulteriore recessione di Pil e lavoro nella nostra Regione. A questo si aggiunga che il peggioramento delle condizioni di lavoro possono causare direttamente gravi incidenti stradali mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini che transitano su strade e autostrade, come dimostrano i dati della casualità rilevati dalla Polstrada della incidentalità regionale.
Poi gli esempi di malagestione: La Filt Cgil cita un’agenzia rumena, diretta da italiani che propone il contratto di somministrazione di lavoro a tempo determinato fatturando mensilmente alla società utilizzatrice, la quale si spoglia di alcune funzioni sociali ed economiche a favore della società di somministrazione. Tasse, contributi e retribuzioni sono corrisposte in Romania. I lavoratori rumeni, in attesa di sistemazione logistica, dormono, vivono e riposano nei camion. La società garantisce il cambio autista ‘indesiderato’ alla società utilizzatrice entro 15 giorni, inoltre si fa carico del pagamento delle sanzioni per violazione del Codice della Strada. I viaggi consentiti sono cabotaggio internazionale, con la deroga di lavoro di 2 giorni alla settimana di cabotaggio in Italia.
Il sindacato denuncia anche una società italiana che ha aperto un’unità locale in Slovacchia per il cabotaggio internazionale. “Purtroppo sono notevoli – spiega la lettera al Ministro – gli abusi della normativa europea sul cabotaggio, ammesso che abbia un senso una competizione nei paesi europei, senza protezioni sociali e contrattuali, con livelli particolarmente differenti di costi e diritti”. La società in questione sottoscrive contratti di lavoro con la legislazione slovacca per conducenti italiani adibiti al cabotaggio nazionale e internazionale.
Paolo Castiglia