Autotrasporto, audizione Ue: l’Italia chiede limitazioni al cabotaggio
La liberalizzazione del cabotaggio non può prescindere da un’armonizzazione europea dei costi di esercizio delle imprese. Questa la posizione assunta dall’autotrasporto italiano, rappresentato da Anita e da Confartigianato Trasporti, nella persona del presidente dell’Uetr Francesco del Boca, nel corso dell’audizione pubblica organizzata dalla Commissione europea ai trasporti lo scorso 28 febbraio a Bruxelles, per valutare la posizione delle associazioni europee sulle prospettive di un’ulteriore liberalizzazione del cabotaggio stradale con la modifica dell’attuale regolamento.
La delegazione italiana ha sottolineato i risultati negativi causati dalla liberalizzazione del cabotaggio in Italia, con l’apertura alla Slovenia nel 2004 e successivamente agli altri Paesi neo comunitari, tra cui gli ultimi Romania e Bulgaria quest’anno.
Il cabotaggio stradale, trasporto effettuato in un Paese non di residenza del trasportatore, “è diventato – denuncia Anita – ormai una soluzione molto utilizzata in Italia dai vettori stranieri che possono praticare prezzi altamente concorrenziali. La liberalizzazione dei trasporti intracomunitari in un quadro diversificato di costi di esercizio e regime fiscale nei vari Stati membri, ha creato situazioni di vero e proprio dumping tra operatori”.
“Le differenze di natura salariale, fiscale, di esercizio, infatti, – spiega ancora la nota di Anita – sono tali da porre i trasportatori dei Paesi neo comunitari, in condizioni di gran lunga più favorevoli rispetto ai nostri. Soltanto il costo del conducente italiano, ad esempio, è superiore del 132% rispetto ad un autista romeno, del 114,6% a quello di un’autista polacco, dell’82% rispetto ad un ungherese e del 40,3% rispetto ad uno sloveno. La liberalizzazione del cabotaggio – come in qualunque altro settore – non può prescindere da normative armonizzate e vincolanti, altrimenti si creerebbero le basi per una concorrenza sleale e distorta.
Pertanto, la proposta italiana è quella di mantenere l’attuale normativa di contingentamento del cabotaggio stradale in base al Regolamento 1071/2009, che prevede all’interno del paese di cabotaggio un massimo di tre trasporti in sette giorni a partire dallo scarico della merce in traffico internazionale, almeno fino a quando non saranno armonizzate le condizioni di mercato nei diversi Paesi dell’Unione europea.
Dal canto suo Del Boca ha affermato: “Come Uetr abbiamo ribadito sia alla Commissione Ue, sias ai ‘saggi’ che il divario economico, sociale, legislativo e di controlli fra stati europei è ancora troppo grande. La concorrenza sleale ed il dumping sociale da parte di vettori di determinati paesi è ben lontano dall’essere risolto, dunque il cabotaggio non può essere liberalizzato”.
Paolo Castiglia