Autotrasporto: continua il fermo delle Bisarche, la protesta di Anita
Un nuovo forte allarme sul fermo bisarche in corso da settimane viene lanciato da Anita: “crescono i danni causati dal fermo bisarche in atto ormai da un mese”.
“Il fermo prosegue ad oltranza, nonostante la disponibilità a favorire il confronto dimostrata dai principali attori della filiera, compresa Anita – spiega una nota – che rappresenta le imprese di autotrasporto più grandi in Italia, tra le quali anche quelle che trasporto vetture – e che fin dallo scorso febbraio, prima che cominciasse la protesta, si era resa disponibile a favorire il dialogo tra le imprese del comparto.
“Non comprendo perchè in Italia si assista periodicamente a simili azioni di protesta senza che nessuno intervenga – denuncia Eleuterio Arcese, presidente di Anita – le imprese che rappresento continuano a segnalarmi l’impossibilità di svolgere le propria attività perché subiscono minacce, intimidazioni e danni ai propri mezzi”.
“Alcune organizzazioni – spiega ancora Arcese – continuano a ricorrere allo strumento del fermo dei servizi causando danni all’economia del Paese: Fiat ha chiuso alcuni stabilimenti e bloccato la produzione delle auto e a pagarne le conseguenze sono gli operai delle fabbriche, i dipendenti dei concessionari e tutti i lavoratori che operano nella filiera che rischiano la perdita del lavoro e la cassa integrazione”. “Non si può bloccare un settore produttivo per rivendicare dei costi – conclude Arcese – ma questi vanno negoziati con i propri committenti e il Governo non può continuare ad assistere a tale situazione senza far nulla. Tali azioni danneggiano non solo la filiera dell’automotive ma l’intera collettività”.
Paolo Castiglia