Crollano le vendite di autocarri merci: – 33%
Autotrasporto, la crisi miete le sue vittime. Nei primi 10 mesi del 2009 le vendite di autocarri merci oltre 3,5 t sono calate del 33%, e del 23% quelle di autobus. Lo rivela il Centro Ricerche Continental. Un quadro che presenta però variazioni di rilievo: ecco, regione per regione, dove il mercato tiene e dove, invece, crolla.
Da gennaio a ottobre, rispetto allo stesso periodo del 2008, le immatricolazioni di autocarri per il trasporto merci di portata superiore a 3,5 t in Italia sono calate del 33%, quelle di autobus del 22,8%. I dati derivano da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su stime Aci e mettono in luce un aspetto particolarmente importante: la crisi del settore automobilistico ha colpito con particolare durezza i mezzi per trasporto merci e quelli per il trasporto collettivo di persone. Tanto più che anche le consegne di mezzi per trasporto leggero, cioè di veicoli commerciali, secondo i dati Unrae sono in calo nello stesso periodo del 25,2%.
Mentre l’andamento del mercato delle autovetture è in graduale miglioramento, la situazione è ancora particolarmente difficile per autobus e mezzi per trasporto merci. Le ragioni, sostiene il Centro Ricerche Continental Autocarro, sono nel fatto che la crisi economica ha colpito in maniera molto più significativa le aziende che non i privati. Il forte calo della domanda di trasporto e l’incertezza per il futuro hanno indotto molte aziende di autotrasporto a rinviare a tempi migliori la sostituzione dei mezzi delle loro flotte e a non impegnarsi in nuovi investimenti. Tra l’altro la Tremonti Ter, che avrebbe potuto dare un contributo positivo al settore, non include tra i beni acquistabili con benefici fiscali gli autoveicoli.
REGIONE PER REGIONE. Per quanto riguarda gli autocarri per il trasporto merci con portata superiore a 3,5 t, la situazione evidenzia un calo generalizzato in tutte le regioni italiane, tranne nel Friuli Venezia Giulia, dove le immatricolazioni sono aumentate del 3,3%. Performance ancora “discrete”, in Puglia (-9,6%) e Sicilia (-10,6%); il calo si fa più consistente in Calabria (-18,3%), Campania (-20,3%), Lazio (-21,5%), Abruzzo (-27,3%), Basilicata e Molise (-28,9%).
Ma il crollo vero e proprio si è verificato in regioni come Liguria (-31,0%), Trentino Alto Adige (-31,3%), Lombardia (-32,3%), Umbria (-35,3%), Piemonte (-37,7%) ed Emilia Romagna (-39,5%). Chiudono la classifica, con i risultati peggiori, Toscana e Sardegna (-40,0%), Marche (-48,5%), Valle d’Aosta (-51,9%) e infine il Veneto (-52,0%)
Per quanto riguarda gli autobus, la situazione italiana presenta differenze ancor più marcate sul piano regionale. Vi sono infatti tre regioni che, nel periodo considerato, fanno registrare incrementi significativi delle immatricolazioni, dovuti alla disponibilità di maggiori contributi regionali, oppure a bandi di gara per trasporto pubblico di persone con vincoli stringenti sull’età media del parco autobus o, ancora, all’esecuzione di ordini emessi prima del precipitare della crisi economica. In Sardegna si passa addirittura da 65 immatricolazioni nei primi dieci mesi del 2008 a 205 nei primi dieci mesi di quest’anno, con un aumento del 215,4%.
Grande crescita anche in Basilicata (+155,2%) e Friuli Venezia Giulia (+43,3%). Lievi aumenti in Umbria (+3,1%) e Trentino Alto Adige (+0,7%). Per contro vi sono anche regioni in cui il calo risulta molto accentuato, come il Piemonte (-53,1%) o la Calabria (-40,5%).
“L’andamento del mercato italiano di autobus e autocarri per il trasporto merci di portata superiore a 3,5 t”, sottolinea Daniel Gainza, direttore commerciale di Continental Truck. “Dopo dieci mesi dall’inizio del 2009 è molto difficile. Il bilancio consuntivo dell’intero 2009 vedrà probabilmente circa 3.500 immatricolazioni di autobus e circa 13.000 immatricolazioni di autocarri merci oltre 3,5 t. Qualora nel 2010 la situazione economica migliori, come appare oggi possibile, la tendenza alla diminuzione delle immatricolazioni di autobus e autocarri merci oltre 3,5 t dovrebbe attenuarsi, anche perché il confronto non sarà più con il 2008, anno in cui la crisi economica non aveva ancora toccato i suoi livelli più drammatici, ma con il 2009, anno in cui le immatricolazioni sono scese sui livelli più bassi degli ultimi anni”.