Km zero, l’Europa dice sì alla legge
Con il via libera dell’Unione Europea è finalmente operativa la prima legge sui cibi a chilometri zero. Il testo introduce per la prima volta la definizione di “prodotti agricoli a km zero”. Lo comunica la Coldiretti, specificando che la norma è stata approvata dalla regione Veneto su iniziativa dell’associazione, che ha raccolto le firme in suo sostegno.
“L’aumento del costo dei carburanti”, spiega Coldiretti, “incide pesantemente sulla spesa alimentare visto che ogni pasto percorre in media 1.900 chilometri prima di giungere sulle tavole e l’operatività della legge consentirà di far arrivare più facilmente sulle tavole prodotti locali che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi inquinanti”.
Il testo innovativo introduce per la prima volta la definizione di “prodotti agricoli a km zero” individuando caratteristiche precise ed essenziali quali: stagionalità, sostenibilità ambientale, qualità organolettiche e legame con la tradizione culinaria. “In un Paese come l’Italia dove oltre l’86 per centro dei trasporti commerciali avviene su gomma e la logistica incide per quasi un terzo sui costi di frutta e verdura”, commenta ancora l’associazione, “la nuova norma promuovendo il consumo di prodotti locali aiuta le tasche ma anche la salute e l’ambiente, in quanto riduce le emissioni di gas ad effetto serra che provocano cambiamenti climatici”.
“L’iniziativa risponde al bisogno di un numero crescente di consumatori che vuole condurre uno stile di vita attento all’ambiente e alla salvaguardia del clima anche a tavola”, continua la Coldiretti. “Dopo la pubblicazione nel Bur la normativa sarà applicabile a tutti gli effetti autorizzando anche gli enti locali a promuovere l’orientamento del consumo dei prodotti di provenienza regionale in mense pubbliche, nella ristorazione collettiva e in tutti i supermercati”.
Tra gli obiettivi della legge vi è la promozione del patrimonio agroalimentare regionale nei pasti di scuole elementari, istituti scolastici superiori, università, ospedali e caserme nella misura del 50 per cento, una percentuale che non discrimina il prodotto di origine extraregionale o straniera ma – sostiene la Coldiretti – valorizza le tipicità locali consentendo ai consumatori di fare scelte consapevoli, sostenibili in termini di prezzo e meno impattanti sull’ambiente.
L’articolato prevede inoltre spazi riservati agli agricoltori nei mercati rionali, che non andranno a ledere gli interessi di altre categorie, ma integreranno la gamma delle offerte stagionali ai consumatori attraverso la filiera corta. Significativa l’adozione di “menù a km zero” da parte di alcuni ristoratori che impiegano ricette a base del 30 per cento di specialità provenienti dalle campagne circostanti.