Porto di Bari: confermato il ruolo di Home Port
“Il porto di Bari grazie alla dotazione infrastrutturale del network e all’ottima sinergia con il sistema aeroportuale è nelle condizioni di confermarsi con successo home-port internazionale, generando sempre nuovi record”. Lo spiega il presidente dell’Autorità portuale del Levante (Bari, Barletta e Monopoli), Francesco Mariani, commentando le prospettive di home port croceristico per lo scalo del capoluogo pugliese.
“Gli scali portuali home port possono, infatti, rivestire un fondamentale ruolo ‘strutturante’ nei confronti del sistema economico dell’area circostante. Bari – secondo Mariani – non si sottrae di certo a questa regola. Si tratta di una consistente porzione del movimento passeggeri, in grado di offrire una grande opportunità di rilancio di un importante segmento dell’economia regionale, anche in considerazione di eventuali nuove forme di impiego, nei settori della cultura, dei servizi alla persona e, in particolar modo, del commercio, con notevoli ricadute sull’artigianato e sull’enogastronomia. I benefici effetti di questo traffico crocieristico, hanno senza dubbio interessato i trasporti e i servizi a terra, la cui crescita qualitativa – aggiunge Mariani – ha accompagnato l’aumento dei volumi di traffico, sono oggi di tutta evidenza. Il porto di Bari è dunque un’area strategica per il rilancio urbano ed economico della città e del suo territorio, basti ricordare – prosegue – come Alberobello, Castel del Monte, Castellana Grotte, Polignano e Trani, e la vicina Matera, assieme alle eccellenze storiche architettoniche e religiose della città di Bari, siano oggi tra le più accreditate mete escursionistiche delle più grandi compagnie da crociera. Attualmente quello delle crociere è l’unico comparto della macro industria turistica a non aver fatto registrare mai battute d’arresto, anche negli ultimi anni investiti dalla perdurante crisi. In particolare l’area Mediterranea rappresenta il 18% del totale, mentre il primo bacino di destinazione delle navi da crociera rimane l’area caraibica (35%). Entro il 2014 l’industria europea investirà 10,8 miliardi di euro in 23 nuove navi con una capacità di 60.630 passeggeri in più, costituendo – conclude Mariani – un’importante fonte di impiego nel settore navale e dei servizi”.